HomeSaluteCervello e sistema nervosoUna proteina la causa del deficit intellettivo

Una proteina la causa del deficit intellettivo

Il deficit intellettivo presente in alcune malattie del sistema nervoso come autismo e  ritardo mentale, sembra essere determinato dalla mancanza di una proteina chiamata Eps8 che ha un importante ruolo per la plasticità sinaptica.La ricerca è stata realizzata presso l’Istituto di Neuroscienze  dedl Consiglio Nazionale delle Ricerche di Milano, Università degli Studi di Milano e Humanitas ed è stata pubblicata sulla rivista  Embo Journal.

Michela Matteoli dell’Università di Milano, ha spiegato:  “Le ‘sinapsi’, che guidano il trasferimento dell’informazione tra i neuroni, sono strutture dinamiche che variano di numero e forma sia durante lo sviluppo del cervello, sia nell’organismo adulto, grazie alla ‘plasticità neuronale’ che è alla base di molte  funzioni dell’organismo, come l’apprendimento, l’attenzione, la percezione, il processo decisionale, l’umore e l’affetto. La sinapsi solitamente si forma tra il terminale di un assone, che conduce gli impulsi del neurone e la membrana del dendrite, le fibre che si ramificano dal neurone e trasportano il segnale nervoso, mediante piccole protrusioni chiamate spine dendritiche. Il nostro lavoro dimostra che le modificazioni strutturali delle spine dendritiche durante i processi di plasticità sinaptica sono in gran parte a carico del citoscheletro di actina (una sorta di ‘impalcatura cellulare’) e della proteina Eps8”.

La proteina Eps8 è dunque essenziale nei processi di plasticità sinaptica. La sua assenza genetica può essere causa di deficit di memoria e apprendimento, associati a difetti morfologici delle sinapsi eccitatorie dell’ippocampo, che appaiono immature e incapaci di aumentare di numero. È quanto avviene, per esempio, nel cervello di pazienti affetti da autismo.
In precedenza il gruppo di ricerca aveva evidenziato il ruolo della proteina Eps8 nello sviluppo neuronale. Ripartendo dalla precedente ricerca, gli scienziati hanno dimostrato che l’implicazione della proteina nella plasticità sinaptica,  è legata alle sue possibili ricadute cliniche. “La speranza è che sezionare i meccanismi alla base della plasticità dei neuroni e delle loro interazioni (sinapsi), e dunque della memoria e dell’apprendimento, possa aprire percorsi terapeutici innovativi per affrontare i gravi problemi legati alla disabilità intellettiva e le varie patologie del sistema nervoso centrale, tra cui l’autismo e il ritardo mentale”, ha concluso la ricercatrice.

Fonte  Embo Journal.

 

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