Una pianta che in precedenza era stata respinta perchè non utile dal punto di vista medico, potrebbe rivelarsi un eroe sotto mentite spoglie per la cura del cancro al seno. Gli scienziati hanno scoperto che non solo arresta la crescita delle cellule del cancro al seno, ma non influisce sulle cellule normali, rivelandosi un potenziale futuro trattamento del cancro al seno.
L’innovativa ricerca del team della Prof.ssa Alessandra Devoto della Royal Holloway, Università di Londra, in collaborazione con la Dr.ssa Amanda Harvey della Brunel University di Londra e con il Prof. Nicholas Smirnoff dell’Università di Exeter, ha incubato le foglie di Arabidopsis thaliana, trattate con la pianta Jasmonate (una sostanza scoperta nel gelsomino che aumenta la risposta delle piante allo stress), con cellule di cancro al seno.
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I ricercatori hanno scoperto che sebbene le cellule tumorali smettessero di crescere, le cellule normali rimanevano inalterate. Ciò è significativo in quanto l’uso della pianta nel trattamento del cancro al seno potrebbe potenzialmente portare a un tempo di recupero più rapido e meno effetti secondari per i pazienti sottoposti a chemioterapia.
I ricercatori hanno anche scoperto i meccanismi molecolari associati ai cambiamenti nelle cellule del cancro al seno che consentiranno lo sviluppo di ulteriori nuovi trattamenti.
La Prof.ssa Devoto, del Dipartimento di scienze biologiche della Royal Holloway, conduce questa ricerca dal 2006 e ha appena pubblicato un documento sui risultati.
Ha detto: “Insieme ai miei colleghi di Brunel ed Exeter, sono davvero entusiasta di aver scoperto l’incredibile impatto che questa pianta senza pretese ha sulle cellule di cancro al seno”.
“La pianta è molto simile alla ‘Cenerentola’ del mondo delle piante medicinali – nessuno pensava che fosse così speciale, ma ha mostrato i suoi veri colori attraverso la nostra ricerca. La scoperta ha importanti implicazioni nello sviluppo di trattamenti per il cancro e altri malattie”.
Il Dr. Harvey e il Professor Smirnoff hanno aggiunto: “In combinazione con i recenti progressi nell’ingegneria metabolica e nella biotecnologia, il nostro approccio faciliterà anche la produzione e l’analisi delle bioattività di metaboliti preziosi dalle piante su scala industriale. Non vediamo l’ora di continuare la nostra collaborazione con la Prof.ssa Devoto per identificare le sostanze chimiche di origine vegetale che interferiscono con le cellule del cancro al seno e con altre malattie”.