Un composto presente nella cannabis, il cannabidiolo, può trattare efficacemente la psicosi, secondo un nuovo studio.
I pazienti psichiatrici infatti, trattati il cannabidiolo, hanno mostrato una significativa riduzione dei sintomi psicotici.
(Vedi anche:Cannabis Terapeutica: caratteristiche e indicazioni sull’utilizzo a scopo medico).
I disturbi psicotici colpiscono dal due al tre per cento della popolazione. Di solito iniziano all’inizio dell’età adulta e i sintomi possono durare per tutta la vita. I pazienti di solito soffrono di paranoia, allucinazioni e mancanza di motivazione.
Il principale trattamento per la psicosi sono i farmaci antipsicotici, prima linea di trattamento dagli anni ’50. Questi farmaci sono in genere parzialmente efficaci, ma in circa un terzo dei pazienti non funzionano affatto. Possono anche avere effetti collaterali significativi.
Una nuova classe di trattamento
I farmaci antipsicotici agiscono bloccando i recettori della dopamina nel cervello. Tuttavia, la dopamina non è l’unico neurotrasmettitore la cui funzione è alterata durante la psicosi. E, in alcuni pazienti, la funzione della dopamina può persino essere relativamente normale. Quindi c’è bisogno di nuovi farmaci che colpiscano altri sistemi di neurotrasmettitori che sono implicati nella psicosi.
Ricerche precedenti del King’s College di Londra hanno dimostrato che il cannabidiolo (CBD) ha effetti sostanzialmente opposti sulla funzione cerebrale e sui sintomi, rispetto al principale composto psicoattivo della cannabis, il delta-9-tetraidrocannabinolo (THC).
Il THC è responsabile di molti degli effetti nocivi della cannabis, come la paranoia e l’ansia, mentre il cannabidiolo sembra ridurre questi sintomi. Ciò suggerisce che il cannabidiolo potrebbe essere utile come trattamento per la psicosi e altri disturbi mentali.
Lo studio, pubblicato sull’American Journal of Psychiatry, è il primo studio clinico controllato con placebo, sugli effetti del cannabidiolo sui pazienti con psicosi.
Per la sperimetazione, circa 88 pazienti con psicosi sono stati trattati con cannabidiolo o placebo per sei settimane, insieme al trattamento antipsicotico che già stavano seguendo. Prima e dopo il trattamento, i ricercatori hanno valutato il livello dei loro sintomi psicotici e lo psichiatra di ogni paziente ha valutato la condizione generale. Né i ricercatori né gli psichiatri sapevano quali erano i pazienti trattati con il cannabidiolo o placebo.
C’è stata una riduzione dei sintomi nei pazienti trattati con cannabidiolo. Il tasso di possibili effetti collaterali nei pazienti trattati con cannabidiolo non era superiore a quello dei pazienti a cui era stato somministrato il placebo.
Anche se non è ancora chiaro come funziona il cannabidiolo, sappiamo che agisce in modo diverso rispetto ai farmaci antipsicotici, quindi potrebbe rappresentare una nuova classe di trattamento. L’assenza di effetti collaterali è anche potenzialmente importante, poiché un problema chiave nella cura dei pazienti con psicosi è che sono spesso riluttanti ad assumere farmaci antipsicotici a causa delle preoccupazioni relative agli effetti collaterali.
In futuro i ricercatori condurranno studi più ampi sul cannabidiolo per confermare questi promettenti risultati iniziali e per valutare la sua efficacia anche in altri tipi di pazienti.
Fonte: Medicalxpress
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