Un team di ricercatori guidato da Nicolas Bazan, Professore e Direttore del the Neuroscience Center of Excellence alla LSU Health New Orleans School of Medicine, ha dimostrato per la prima volta che NDP1, una molecola di segnalazione, può innescare la produzione di una proteina protettiva contro i radicali liberi tossici ed essere utile per il trattamento delle lesioni del cervello e della retina. La ricerca, condotta in un modello sperimentale di ictus ischemico e cellule umane dell’epitelio pigmentato retinico (RPE), è disponibile in anticipo online, prima della pubblicazione in Nature’s Cell Death and Differentiation.
( Vedi anche: Nanoparticelle da LDL e olio di pesce uccidono le cellule del cancro del fegato).
Neuroprotectina D1 (NPD1) è uno dei più potenti mediatori endogeni neuroprotettivi conosciuti. Il suo precursore è DHA (acido docosaesaenoico), un acido grasso essenziale che deve essere fornito dalla dieta, della famiglia degli acidi grassi omega-3. Questo lipide messaggero viene prodotto dall’ acido docosaesaenoico (DHA) su richiesta, ossia quando la sopravvivenza delle cellule è compromessa. NPD1 è stato scoperto nel 2004 dal Dr. Bazan e colleghi.
Lo stress ossidativo, derivante dalla costante produzione di dannosi radicali liberi, pone le basi per la morte delle cellule che è accelerata da eventi catastrofici, come ictus ischemico così come da malattie neurodegenerative. Il team di ricerca ha scoperto che quando è stato somministrato sistematicamente un’ora o due dopo un ictus sperimentale, NPD1 ha aumentato la produzione e la disponibilità di proteine chiamate Iduna.
Iduna è una proteina di recente scoperta detta anche proteina “della sopravvivenza” che interferisce con un particolare processo di morte cellulare che si scatena anche in molte altre patologie, dall’infarto al diabete. In particolare la proteina viene prodotta quando, in seguito a un danno non letale, vengono innescati dall’organismo meccanismi volti a proteggersi dai danni sucessivi. La proteina è stata chiamata Iduna, dal nome di una divinità mitologica norvegese che era a guardia di un albero di mele dorate in grado di restituire la salute agli dei feriti o malati.
Iduna agisce in particolare interrompendo una cascata di eventi molecolari che avvengono in un comune e diffuso tipo di morte cellulare, dovuto alla frammentazione del DNA cromosomico indipendente dalla caspasi (via partanathos), che si riscontra sovente nei casi di ictus, Parkinson, diabete e infarto. Legandosi a una molecola nota come polimero PAR, Iduna previene lo spostamento del fattore di induzione dell’apoptosi (AIF) all’interno del nucleo cellulare.
Quindi Iduna facilita la riparazione del DNA e protegge contro una forma di morte cellulare programmata conosciuta come parthanatos sopprimendo la produzione di una proteina distruttiva chiamata PARP.
“Questi risultati sono significativi perché mostrano come NPD1, un mediatore lipidico prodotto su richiesta, modula la produzione di Iduna, una proteina di fondamentale importanza per la sopravvivenza delle cellule”, osserva Nicolas Bazan, Professore e Direttore del Neuroscience Center of Excellence alla LSU Health New Orleans School of Medicine.
Iduna, relativamente ancora poco studiata, risulta essere fondamentale per la funzionale ri-programmazione e sopravvivenza della cellula. DHA, che si trova nell’olio di pesce, è un acido essenziale di vitale importanza per il corretto funzionamento del cervello. E’ necessario anche per lo sviluppo del sistema nervoso e per la visione. Uno studio dal laboratorio di Bazan pubblicato nel 2011 ha scoperto che DHA ha innescato la produzione di Neuroprotectina D1, la molecola neuroprotettiva presente in natura nel cervello. La bioattività di NDP1 governa le interazioni dei gene necessarie per la sopravvivenza delle cellule quando si sentono minacciate da malattie o lesioni.