Secondo una nuova scoperta pubblicata dai ricercatori della Hutchinson Cancer Research di Seattle, la chemioterapia attacca anche le cellule sane e stimola la produzione di una proteina che aiuta il cancro a combattere le cure. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Nature Medicine. I ricercatori sostengono che sarebbe questo il motivo per cui molti pazienti non rispondono alla terapia. E’ circa ilo 90% dei pazienti con massa tumorale maligna con metastasi a sviluppare resistenza alla chemioterapia. La responsabilità è stata attribuita ai fibroblasti, cellule del tessuto connettivo che hanno il compito di guarire le ferite e produrre collagene e che producono anche proteina chiamata WNT16B. La produzione di questa molecola aumenta del 30% in seguito ai danni al DNA causati dalla chemioterapia e induce le cellule tumorali a crescere e invadere i tessuti circostanti. Il fallimento della chemioterapia nel trattamento di alcuni tumori in stadio avanzato è determinato dal fatto che alte dosi di farmaco utili a distruggere definitivamente il cancro, sono altamente tossiche e possono anche essere letali per gli esseri umani. Per questo si utilizzano basse dosi di farmaco, intervallate da pause che servono a disintossicare l’organismo che nel frattempo sviluppa resistenza al farmaci stesso. Alla luce di questa scoperta è necessario sviluppare terapie personalizzate e mirate alle sole cellule tumorali, in modo da colpire i soli motori molecolari del cancro e lasciare intatte le altre cellule ed il loro DNA. I risultati della ricerca hanno dimostrato che anche l’ambiente circostante il tumore può essere utile per la riuscita della terapia. Anche se i trattamenti contro il cancro si evolvono nella direzione di una maggiore specificità, va ricordato che la chemioterapia ha salvato e continuerà a salvare molte vite umane.
Newsletter
Tutti i contenuti di medimagazine ogni giorno sulla tua mail