Immagine: immagini all’interno dei tumori al seno dopo il trattamento chemioterapico, indicando i siti che promuovono la diffusione del cancro. Credito: GS Karagiannis et al., Science ( 2017).
Un team di ricercatori dell’ Università Albert Einstein negli Stati Uniti ha trovato prove che suggeriscono che la somministrazione di chemioterapia alle pazienti affette da tumore al seno prima dell’intervento chirurgico può aumentare il rischio di metastasi.
Lo studio è stato pubblicato dalla rivista Science Translational Medicine.
Uno dei modi più comuni per trattare il tumore al seno è quello di somministrare la chemioterapia e quindi eseguire una chirurgia per rimuovere il tumore. Si ritiene che, oltre a ridurre la dimensione del tumore, i farmaci chemioterapici riducono la possibilità che il cancro si diffonda in altre parti del corpo.
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Ma ora, sembra che quest’ultima ipotesi non sia solo sbagliata, ma l’opposto di ciò che effettivamente si verifica.
In questo nuovo sforzo, i ricercatori hanno iniziato a notare che alcuni recenti studi hanno suggerito che invece di ridurre la diffusione del cancro, alcune sostanze chemioterapiche potrebbero rendere più facile, per le cellule tumorali, migrare verso altre parti del corpo.
Per verificare questa ipotesi, il team ha misurato i livelli di microambiente tumorale delle metastasi (TMEM) in 20 pazienti affette da cancro al seno, durante il loro trattamento. I TMEM sono strutture indicate come indicatori di metastasi. I ricercatori hanno riferito di aver trovato elevati livelli di TMEM in tutte le pazienti che avevano ricevuto la chemioterapia prima di effettuare interventi chirurgici.
I ricercatori, che hanno anche condotto una ricerca su un modello di il cancro al seno, riferiscono di aver trovato un aumento dei siti TMEM nei topi che avevano ricevuto la chemioterapia rispetto a quelli che non l’avevano ricevuta.
I ricercatori hanno anche scoperto che un farmaco per la chemioterapia in particolare, il Paclitaxel, ha indotto le cellule del midollo osseo con recettori TIE2 a muoversi verso i tumori e questo ha portato alla formazione di TMEM. Quando i ricercatori hanno bloccato TIE2 con i farmaci, il numero di siti TMEM nei topi trattati con chemioterapia non è aumentato.
I ricercatori suggeriscono che occorra fare ulteriori ricerche per accertare meglio se i farmaci chemioterapici causano la diffusione dei tumori e che nel frattempo i medici possano considerare prima l’intervento chirurgico e poi prescrivere la chemioterapia alle pazienti affette da cancro al seno.
Fonte: Medicalxpress