Uno studio pubblicato dal Children’s Hospital of Pittsburgh e dalla University of Pittsburgh School of Medicine su Journal of Clinical Investigation, rivela la scoperta di una certa molecola che permette al sistema immunitario di liberarsi efficacemente della malattia causata dalla tubercolosi nei polmoni.
Si tratta di un nuovo biomarker immunologico che permette non solo di riconoscere la tubercolosi in forma latente da quella attiva: CXCR5, è il nome della molecola che è presente sui soli linfociti T capaci di tenere a bada la malattia, e potenzialmente potrebbe portare allo sviluppo di vaccini contro l’infezione.
Per condurre lo studio, gli scienziati hanno utilizzato sia cellule umane infette dalla tubercolosi che modelli animali della patologia. In questo modo hanno visto che i granulomi che contengono strutture linfoidi ectopiche, che somigliano a linfonodi, sono associate a una corretta soppressione dell’infezione, mentre quelli che non presentano queste strutture corrispondono ai casi di tubercolosi attiva. Gli scienziati hanno anche imparato che i linfociti T che presentano sulla superficie delle molecole chiamate CXCR5 erano associati alla presenza delle strutture linfoidi ectopiche e distinguevano dunque la forma latente da quella attiva. “Il che però individua anche la presenza stessa del batterio”, ha spiegato ancora la ricercatrice. “È proprio la presenza di CXCR5 ad indicare al sistema immunitario che c’è un problema, in modo che questo possa reagire, proprio formando le strutture linfoidi ectopiche e dunque il granuloma protettivo che mantiene l’infezione sotto controllo. Quando questa molecola sparisce, le strutture non si formano e parte l’attivazione”.
La ricerca potrebbe ora portare a nuove opzioni terapeutiche visto che il team ha anche dimostrato che se linfociti T provvisti di CXCR5 provenienti da un donatore venivano iniettati in animali infetti che non presentavano la molecola, l’individuazione del batterio e la capacità di formazione delle strutture protettive veniva ripristinata, portando ad una minore suscettibilità alla tubercolosi attiva. “Il potere protettivo di CXCR5 ci spinge a pensare che un modo per tenere definitivamente sotto controllo la tubercolosi esista, e che queste scoperte hanno importanti implicazioni per il futuro sviluppo di vaccini che prevengano l’infezione”.
Fonte: Journal of Clinical Investigation