Per la prima volta i ricercatori hanno individuato una mutazione genetica che può essere collegata direttamente allo sviluppo della sclerosi multipla.
I risultati della ricerca sono stati pubblicati il 1 giugno 2016 in Neuron.
“Questa scoperta è fondamentale per la nostra comprensione della sclerosi multipla”, spiega Carles Vilariño-Güell, Assistente Professore presso il Dipartimento di Genetica dell’Università della British Columbia a Vancouver e autore senior dello studio. Poco si sa circa i processi biologici che portano alla comparsa della malattia e questa scoperta ha un enorme potenziale per lo sviluppo di nuovi trattamenti che affrontano le cause alla base della malattia e non solo i sintomi”, ha aggiunto il ricercatore.
La sclerosi multipla è una malattia neurodegenerativa in cui il sistema immunitario attacca la mielina che protegge le fibre nervose. Essa colpisce circa 2 milioni di persone in tutto il mondo e non sono disponibili trattamenti per la forma progressiva più grave.
Dal 10% al 15% dei casi di sclerosi multipla sembrano avere una componente ereditaria, ma fino ad ora i ricercatori che conducono studi genetici, hanno trovato solo deboli associazioni tra il rischio di sviluppare la malattia e particolari varianti genetiche. Al contrario, le persone che sono portatrici delle mutazioni recentemente scoperte, hanno una probabilità del 70% di sviluppare la sclerosi multipla.
Nel corso dello studio, i ricercatori hanno utilizzato i dati di un grande database di un progetto collaborativo canadese, ” Predisposizione genetica alla SM” , che contiene materiale genetico di quasi 2.000 famiglie in tutto il Canada. I ricercatori hanno individuato una famiglia che aveva avuto molteplici casi di sclerosi multipla, circa cinque casi in due generazioni ed hanno sequenziato il genoma dei membri presenti di tutta la famiglia che avevano sviluppato la malattia, per trovare le mutazioni. Dopo aver individuato un gene d’interesse, i ricercatori hanno trovato nel database la stessa mutazione in un’altra famiglia con più casi di sclerosi multipla. E’ interessante notare che tutte le persone di queste famiglie, con la mutazione del gene, presentavano la forma progressiva.
“La mutazione che abbiamo trovato in un gene chiamato NR1H3, è una mutazione missenso ( Il nuovo codone produce l’inserzione di un amminoacido sbagliato nella proteina prodotta. Gli effetti sulla funzionalità della proteina dipenderanno da quale amminoacido sarà stato inserito al posto di quello normalmente presente), che causa la perdita di funzione del suo prodottto genico, la proteina LXRA“, dice il neuroscienziato Weihong Song del Canada Research Chair in Alzheimer’s Disease alla UBC. Insieme ad altri membri della stessa famiglia, LXRA controlla la regolazione trascrizionale dei geni coinvolti nell’omeostasi dei lipidi, l’infiammazione e l’immunità innata.
Topi privi di questo gene sono noti per avere problemi neurologici, compresa una diminuzione di produzione della mielina. ” Ci sono prove evidenti che confermano che questa mutazione ha conseguenze in termini di funzione biologica e che la proteina difettosa LXRA porta allo sviluppo della SM familiare”, dice Song.
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“Una cosa importante da notare è che questa mutazione è presente soltanto in una persona su 1000 con SM e facendo l’ analisi di associazione, abbiamo anche trovato varianti comuni nello stesso gene che sono fattori di rischio per la SM progressiva”, ha spiegato Vilariño- Güell che aggiunge. “Così, anche se i pazienti non hanno la mutazione rara, trattamenti che colpiscono questo percorso potrebbero probabilmente essere in grado di aiutarli”.
Secondo i ricercatori la scoperta di questa mutazione consentirà loro di sviluppare modelli cellulari e animali di MS che sono fisiologicamente rilevanti e che non sono stati precedentemente disponibili. “Questi modelli forniscono una buona possibilità di studiare il meccanismo alla base della sclerosi multipla e saranno utili per lo screening di farmaci che hanno come target la proteina LXRA”, dice Song.
Fonte: Neuron