Immagine: adenocarcinoma prostatico. Credit: Wikipedia
Un nuovo trattamento non chirurgico e a basso rischio per il cancro alla prostata può effettivamente uccidere le cellule tumorali, preservando i tessuti sani, secondo un nuovo studio clinico di fase III in 413 pazienti, condotto dalla UCL. Lo studio è stato finanziato dalla STEBA Biotech, che detiene la licenza commerciale del trattamento.
Il nuovo trattamento, ‘terapia fotodinamica vascolare mirata’ (VTP), consiste nell’iniettare un farmaco sensibile alla luce nel flusso sanguigno e quindi attivarlo con un laser per distruggere il tessuto tumorale nella prostata. La ricerca, pubblicata in The Lancet Oncology, ha dimostrato che circa la metà (49%) dei pazienti trattati con VTP è andato in remissione completa rispetto al 13,5% nel gruppo di controllo.
“Questi risultati sono un’ottima notizia per gli uomini con cancro alla prostata localizzato perchè offrono un trattamento che può uccidere il cancro senza rimuovere o distruggere la prostata“, spiega il Prof. Mark Emberton, Preside della UCL Medical Sciences e consulente urologo alla UCLH. ” Questa ricerca è veramente un enorme balzo in avanti per il trattamento del cancro alla prostata che è in ritardato di decenni rispetto ad altri tumori solidi come il cancro al seno. Il trattamento standar del cancro alla prostata prevede attualmente la rimozione e l’irradiazione della prostata. Il successo di questo nuovo trattamento è proprio la conservazione della prostata”.
( vedi anche:Cancro alla prostata: la radioterapia aumenta il rischio di un secondo tumore maligno?).
Al momento, gli uomini con cancro alla prostata a basso rischio sono messi sotto ‘sorveglianza attiva’ e la malattia è monitorata e trattata solo quando diventa più grave. La terapia radicale, che comporta la rimozione chirurgica della prostata o l’irradiazione, ha significativi effetti collaterali a lungo termine e viene utilizzata solo per il trattamento di tumori ad alto rischio.
La terapia radicale provoca problemi di erezione per tutta la vita e circa uno su cinque pazienti soffrono anche di incontinenza. Al contrario, la terapia VTP ha causato solo problemi urinari e di erezione a breve termine che si sono risolti entro tre mesi e senza significativi effetti collaterali.
Nello studio solo il 6% dei pazienti trattati con VTP ha avuto bisogno di terapia radicale rispetto al 30% dei pazienti di controllo che erano sotto sorveglianza attiva. Le probabilità di progressione del cancro ad una fase più pericolosa è stata tre volte inferiore nei pazienti trattati con la ‘terapia fotodinamica vascolare mirata’ e il trattamento ha raddoppiato il tempo medio della progressione da 14 mesi a 28 mesi.
La sperimentazione ha coinvolto 47 siti di trattamento da dieci diversi paesi europei, nella maggior parte dei quali il trattamento VTP è stato utilizzato per la prima volta.
“Il fatto che il trattamento è stato eseguito con successo da centri non specialistici nei vari sistemi sanitari è veramente notevole,” dice il Prof. Emberton, che è sostenuto dal National Institute for Health Research University College London Hospitals Biomedical Research Centre. ” La mancanza di complicazioni nella sperimentazione suggerisce che il protocollo di trattamento è sicuro, efficiente e relativamente facile da applicare. Ora siamo in grado di individuare tumori della prostata mediante risonanza magnetica e biopsie mirate, consentendo un approccio molto più mirato alla diagnosi e al trattamento. Questo significa che siamo riusciti a identificare con precisione gli uomini che potrebbero trarre vantaggio dalla terapia VTP. Con questo approccio dovremmo essere in grado di raggiungere un tasso di remissione significativamente alto. Speriamo anche che VTP possa essere efficace anche in altri tipi di cancro. ll trattamento è stato sviluppato per il cancro della prostata, ma dovrebbe essere applicabile ad altri tumori solidi, tra cui cancro al seno e il cancro del fegato”.
L’approccio VTP è stato sviluppato da scienziati del Weizmann Institute of Science in Israele in collaborazione con STEBA Biotech, e i trial clinici di fase I, II e III in Europa, sono stati tutti guidati dalla UCL.
Il farmaco utilizzato nella sperimentazione, WST11, è derivato da batteri del fondo del mare che per sopravvivere con pochissima luce del sole, si sono evoluti per convertire la luce in energia con incredibile efficienza. Questa proprietà è stata sfruttata per sviluppare WST11, un composto che rilascia radicali liberi che distruggono le cellule circostanti quando viene attivato dalla luce laser.
Il trattamento VTP è attualmente in fase di revisione da parte dell’Agenzia europea per i medicinali (EMA), per cui è probabile che siano necessari alcuni anni prima che possa essere offerto ai pazienti.
Fonte: Medicalxpress