E’ noto da decenni che alcuni metalli, tra cui il ferro, si accumulano nei tessuti umani durante l’invecchiamento e che i livelli tossici del ferro sono stati collegati a malattie neurologiche come il Parkinson. Secondo la credenza comune, l’accumulo di ferro è il risultato del processo di invecchiamento. Ma una nuova ricerca condotta su nematode C.elegnas, nel laboratorio del Prof. Lithgow presso l’Istituto Buck in Inghilterra, mostra che l’accumulo di ferro gioca un ruolo importante nel processo di invecchiamento, causando disfunzioni e malripiegamento delle proteine già coinvolte nel processo di invecchiamento.
La ricerca è stata pubblicata on line dalla rivista Aging.
Analogamente a quanto accade negli esseri umani e altri mammiferi, i ricercatori hanno scoperto che i livelli di calcio, rame, ferro e manganese risultano aumentati nei nematodi C.elegans, con l’avanzare dell’età. ” Il ferro si accumula più degli altri minerali. Siamo stati attratti dal ferro perchè c’è tutta una letteratura che lega il ferro al morbo di Alzheimer e Parkinson”, , ha spiegato il Prof.Gordon Lithgow, autore senior del progetto.
I ricercatori hanno nutrito i nematodi C.elegans con una dieta sovraccarica di ferro. ” Abbiamo nutrito i nematodi di un giorno, con una dieta sovraccarica di ferro e dopo soli un paio di giorni, i nematodi mostravano almento 15 giorni di età. Il ferro in eccesso ha accelerato il processo di invecchiamento in questi vermi” ha spiegato il ricercatore.
Il ferro in eccesso è noto per causare stress ossidativo ed i ricercatori si aspettavano di vedere dei cambiamenti nei nematodi, sulla base di questa tossicità. ” Invece, quello che abbiamo visto, sembrava più come normale invecchiamento”, ha detto Lithgow. ” Il ferro stava causando disfunzioni e l’aggregazione di proteine già coinvolte nel processo di invecchiamento. Ci siamo chiesti, a questo punto, se l’eccesso di ferro promuove l’invecchiamento”, ha aggiunto il ricercatore.
I ricercatori, guidati da Ida Klang, hanno trattato nematodi normali con un chelante approvata dalla FDA, chiamato CaEDTA, un farmaco che viene utilizzato negli esseri umani a rischio di avvelenamento da piombo. Il farmaco ha rallentato l’accumulo di ferro ed esteso la durata della vita dei nematodi. Con questo farmaco sono stati trattati anche i nematodi geneticamente modificati per sviluppare specifiche aggregazioni delle proteine coinvolte nella malattia umana. Il farmaco si è rivelato protettivo anche in questo caso.
I risultati ottenuti hanno importanti implicazioni nella ricerca sull’invecchiamento.
Dice Lithgow: ” Mantenere il giusto equilibrio tra i metalli è importante per avere una buona salute durante tutta la vita ed è abbastanza ovvio che questo equilibrio può venir meno con l’età. Questo fenomeno non è stato ancora ampiamente studiato dai ricercatori che si occupano di invecchiamento”.
Il Prof.Lithgow si è affrettato a mettere in guardia le persone, dall’utilizzare CaEDTA ed altri chelanti metallici disponibili, come anti aging.
CaEDTA ha un meccanismo d’azione che provoca effetti collaterali molto pericolosi per gli esseri umani. Egli ha invitato tuttavia, le persone che utilizzano una supplementazione di ferro, in particolare le donne in post menopausa, ad esssere cauti e rivolgersi sempre ad un medico, prima di iniziare il trattamento.
Fonte: Buck Institute for Age Research via Medical news