Gli scienziati del Scripps Research Institute in Jupiter, FL, la Mayo Clinic di Rochester, MN, e colleghi hanno identificato una nuova classe di farmaci che combatte l’invecchiamento: ha migliorato notevolmente la funzione cardiaca, ridotto i sintomi di fragilità e prolungato la durata della vita in buona salute, nei topi.
Pubblicato sulla rivista Aging Cell, lo studio rivela come i farmaci di recente scoperta, chiamati “senolytics”, prendono di mira con successo e uccidono le cellule senescenti legate all’invecchiamento, senza danneggiare altre cellule vicine.
Le cellule senescenti sono cellule che con l’età, non si dividono più. Esse si accumulano in vari tessuti del corpo e secernono proteine che causano danni alle cellule circostanti e tessuti sani. Le cellule senescenti accelerano il processo di invecchiamento e svolgono un ruolo significativo nello sviluppo di malattie legate all’età.
Il team di ricerca, guidato dal Prof. Paul Robbins e dal Dr. Laura Niedernhofer del The Scripps Research Institute (TSRI), sapeva già che uccidere le cellule senescenti nei topi avrebbe potuto aumentare la durata della loro vita, ma soprattutto favorire una vita sana e avevano ipotizzato di poter fare la stessa cosa negli uomini, ottenendo un effetto simile.
Tuttavia i ricercatori avevano bisogno di trovare un modo per colpire e uccidere le cellule senescenti senza causare danni alle cellule circostanti. Nel loro studio i ricercatori hanno scoperto che proprio come le cellule del cancro, le cellule senescenti aumentano l’ espressione di “reti pro-sopravvivenza” che permettono loro di resistere alla morte cellulare programmata o apoptosi.
Per questo il team ha cercato di identificare dei farmaci che hanno come target le cellule senescenti e inducono l’apoptosi.
Una singola dose ha prodotto significativi effetti anti-invecchiamento
Dal test di 46 compposti sulle cellule senescenti umane in coltura, i ricercatori ne hanno identificato due che hanno mostrato la promessa: un farmaco antitumorale chiamato dasatinib (Sprycel marchio) e un antistaminico e integratore anti-infiammatorio chiamato quercetina.
Usati insieme, i ricercatori hanno trovato che questi composti effettivamente hanno indotto l’ apoptosi nelle cellule senescenti.
La combinazione dei due composti è stata testata su modelli murini e il team ha scoperto che essa, in modo significativo, ha migliorato la funzione cardiovascolare, potenziato la resistenza, ridotto l’osteoporosi e fragilità e drasticamente esteso la durata della vita degli animali. “Sorprendentemente, in alcuni casi, questi farmaci lo hanno fatto con un solo ciclo di trattamento”, dice il Dott Niedernhofer.
In particolare, una singola dose di senolytics ha migliorato la funzione cardiovascolare di topi anziani entro 5 giorni e sempre una dose, ha significativamente aumentato la resistenza durante l’esercizio nei topi deboli che erano stati esposti alla radioterapia. Questi effetti sono durati per almeno 7 mesi.
Sui topi con l’invecchiamento accelerato, i ricercatori hanno trovato che la somministrazione regolare dei senolytics ha ritardati i sintomi legati all’età, la degenerazione della colonna vertebrale e l’osteoporosi e aumentato la loro durata di vita sana.
Commentando i loro risultati, il Prof. Robbins dice il team considera questo studio come un “grande primo passo” verso lo sviluppo di farmaci che estendono la durata della vita in buona salute dei pazienti e affrontano le malattie legate all’età.
Mentre entrambi i composti sono già stati approvati per l’uso separato negli esseri umani, i ricercatori osservano che ulteriori test sono necessari per determinare se l’uso in combinazione è sicuro. Essi sottolineao che questi farmaci possono avere effetti collaterali, in particolare se usati a lungo termine.
Tuttavia, il team rimane molto ottimista circa i risultati. ll Dr. Kirkland dice:
“Se traducibili sull’uomo, questo tipo di terapia potrebbe mantenere gli effetti dell’invecchiamento a bada ed estendere in modo significativo la durata in buona salute della vita”.
Fonte:The achilles’ heel of senescent cells: from transcriptome to senolytic drugs, Paul Robbins, Laura Niedernhofet, et al., Aging Cell, doi:10.1111/acel.12344, published online 9 March 2015.