Tra le norme più controverse della spending review di Monti riguardanti la sanità, figura certamente il taglio dei posti letto ospedalieri che dovranno scendere a un livello di 3,7 letti ogni mille abitanti. Un ridimensionamento della rete ospedaliera di diverse migliaia di letti (le stime variano tra i 20 e i 27 mila letti da tagliare rispetto alla dotazione attuale).
Secondo le stime del ministero della Salute sul ridimensionamento dei posti letto in Italia derivanti dalla riduzione dal 3,82 al 3,7 della media italiani di posti letto per mille abitanti (di cui 0,7 deve essere dedicato a riabilitazione e lungo-degenti e i restanti 3 per gli acuti), come stabilito dalla Spending review, il taglio previsto è di “almeno 7.389 unità”, in base all’attuazione dello schema di regolamento sulla “Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera”, inviato alla Conferenza Stato-Regioni dal ministro della Salute Renato Balduzzi di concerto con il Ministro dell’Economia Vittorio Grilli e che indica il metodo di calcolo per la riduzione delle Unità operative complesse e la riconversione delle strutture ospedaliere.
Secondo i dati diffusi ieri dal ministero della Salute, si passerebbe dai 231.707 posti letti (3,82 ogni mille abitanti) censiti in Italia al 1° gennaio 2012, a 224.318 (3,7 ogni mille abitanti). Di questi 181.879 dovranno essere per acuti (-14.043) e fino a 42.438 per post- acuti (+ 6635). Al 1° gennaio 2012, i posti per acuti erano 195.922 per acuti (3,23 ogni mille abitanti) e 35.785 quelli per post-acuti (0,59).