Un nuovo studio suggerisce che la nicotinammide, nota come vitamina B3, può essere in grado di combattere alcune delle antibiotico resistenze da infezione da stafilococco. La ricerca ha scoperto che alti dosi di vitamina, aumentano di 1000 volte la capacità delle cellule immunitarie di uccidere i batteri da stafilococco. La sperimentazione è stata fatta sia su animali da laboratorio che sul sangue umano. I risultati dellos tudio sono stati pubblicati ilo 27 agosto sulla rivista Journal of Clinical Investigation, dagli scienziati della Oregon State University. Lo studio può offrire una nuova strategia di attacco al crescente numero di super batteri. ” Gli antibiotici” sostengono gli studiosi ” sono farmaci miracolosi, ma si trovano sempre più spesso a dover affrontare il problema della resistenza da parte di diversi tipi di batteri, in particolare dello Stafilococco Aureus “. Nella presente ricerca, gli scienziati hanno scoperto che dosi cliniche di nicotinamide, aumentano il numero e l’efficacia dei neutrofili, un particolare tipo di globuli bianchi che può uccidere i batteri nocivi. Gombart, principale autore della ricerca, circa 10 anni fa, aveva scoperto che una mutazione genetica umana rende le persone più vulnerabili alle infezioni batteriche. Nel nuovo studio, continuando su basi genetiche, i ricercatori hanno dimostrato che la nicotinamide,può attivare alcuni geni che aumentano notevolmente la capacità delle cellule immunitarie di uccidere batteri come lo stafilococco, responsabile delle più gravi infezioni. Il largo uso di antibiotici ha contribuito alla diffusione di questo batterio patogeno che può causare malattie gravi e pericolose per la vita. Secondo il team, usate nel sangue umano, dosi cliniche di vitamina B3 sembrano spazzare via l’infezione in poche ore. Lo studio può offrire un nuovo trattamento delle infezioni da stafilococco spesso mortale, che sfrutta la potenza innata del sistema immunitario. Infezioni da stafilococco sono sempre più diffuse negli Ospedali e Case di Cura, ma sono in aumento anche nelle carceri, tra gli atleti ed in tutti i contesti dove le persone sono a stretto contatto.