In un recente rapporto pubblicato sulla rivista Frontiers in Nutrition, i ricercatori discutono tre casi di studio in cui donne (di età compresa tra 40, 54 e 45 anni) affette da sindrome di Sjögren (SS) e lupus eritematoso sistemico (LES) hanno riportato la remissione dei sintomi cambiando la loro dieta verso regimi nutrizionali personalizzati a base vegetale. La dieta consiste principalmente di verdure in foglia, acidi grassi omega-3 e verdure crocifere. Sebbene tre casi di studio isolati non siano sufficienti per stabilire causalità o meccanismi, il tasso di successo di questi interventi dietetici e i loro effetti a lungo termine (6 e 7 anni) li contrassegnano come promettenti interventi futuri naturali contro queste malattie croniche.
Sindrome di Sjögren, lupus eritematoso sistemico e potenziale degli interventi dietetici
La sindrome di Sjögren (SS) è una malattia autoimmune cronica in cui le ghiandole che producono umidità, soprattutto intorno agli occhi e alla bocca, vengono danneggiate, causando xeroftalmia (secchezza degli occhi) e xerostomia (secchezza delle fauci). La SS si trova spesso in combinazione con il lupus eritematoso sistemico (LES), un’altra condizione autoimmune cronica, anche se molto meno studiata. Entrambe le condizioni possono essere caratterizzate da dolore articolare, grave gonfiore ed eruzioni cutanee, l’ultima delle quali può essere trovata a forma di farfalla sulle guance e sul naso dei pazienti affetti da LES.
Sebbene generalmente induca disagio, è stato scoperto che il LES è associato a condizioni più gravi come la nefrite e la pleurite, rendendo allarmante la sua crescente prevalenza globale. Si stima attualmente che il LES colpisca 9,26 uomini ogni 100.000 e 78,73 donne ogni 100.000, anche se le ragioni di questa dicotomia sessuale rimangono sconosciute.
I comportamenti legati alla salute, in particolare le abitudini del sonno, i livelli di attività fisica e i modelli alimentari, vengono sempre più evidenziati per la loro influenza (sia positiva che negativa) sulle malattie croniche. Un numero crescente di studi documenta i benefici per la salute derivanti dal mantenimento di buoni comportamenti alimentari e dall’adesione a regimi dietetici sani come la dieta mediterranea. La ricerca sulle diete integrali a base vegetale (WFPB), in particolare, suggerisce che questi alimenti sono in grado di promuovere peso positivo e risultati cardiometabolici.
Queste diete sono sviluppate concentrandosi sul consumo di cibi crudi, compreso un elevato consumo di verdure crocifere, verdure a foglia verde e semi o oli ricchi di acidi grassi omega-3, insieme alla rigorosa eliminazione di alimenti trasformati, oli aggiunti, prodotti di origine animale e zuccheri aggiunti. Sebbene non siano state formalmente testate in un quadro scientifico, revisioni precedenti hanno ipotizzato che le diete vegetariane sane possano aiutare a prevenire o addirittura a invertire la SS e il LES. La verifica scientifica di questa ipotesi servirebbe non solo a migliorare ulteriormente la reputazione stellare delle diete vegetariane, ma costituirebbe anche la base per nuove ricerche volte a scoprire interventi naturali e sicuri contro malattie croniche e debilitanti.
A proposito dello studio
Il presente studio riassume e discute tre casi clinici che coinvolgono donne affette sia da LES che da SS, che, in seguito all’adesione a un rigoroso “Programma di recupero rapido (RRP)” sviluppato dalla Dr.ssa Brooke Goldner (BG), la prima autrice dello studio. Le donne sono state sottoposte a monitoraggio quotidiano, follow-up e modifiche dietetiche personalizzate per quattro o sei settimane.
“Nel protocollo di recupero, mentre l’assunzione di verdure crude è consentita ad libitum, le assunzioni minime giornaliere sono stabilite come segue: 400 gr di verdure a foglia verde (ad esempio spinaci, cavoli) e verdure crocifere; ½ tazza di semi di lino o di chia o 3 cucchiai di olio di semi di lino spremuti a freddo e 270 gr. di acqua. La frutta è raccomandata in una quantità non superiore al 25% dell’apporto alimentare totale per garantire che i pazienti siano in grado di consumare la quantità raccomandata di verdure crude prima di raggiungere la sazietà. Si raccomanda un’integrazione di vitamina B12 e vitamina D”.
Poiché l’intervento dietetico è destinato a essere a lungo termine, consente l’inserimento di un “periodo di mantenimento” in cui il consumo di cibi vegetali cotti è consentito dopo la remissione dei sintomi. Se il periodo di mantenimento comporta una ricaduta dei sintomi, il programma RRP viene ripristinato.
“Dopo 6 mesi di remissione, gli alimenti vegani trasformati, gli alimenti con zucchero o olio e l’alcol sono consentiti 1-2 volte a settimana (chiamati ‘alimentazione ricreativa’), mentre altrimenti si continua il protocollo di mantenimento, se i pazienti rimangono asintomatici”.
Risultati dello studio
I risultati dello studio sono estremamente positivi, con tre i casi che hanno sperimentato una remissione dei sintomi significativamente e sorprendentemente rapida a seguito della stretta aderenza all’intervento RRP. È stato osservato che la remissione dei sintomi iniziava già dal giorno 2 (caso 1), con quattro settimane che rappresentano il periodo più lungo di persistenza dei sintomi dopo l’inizio del ciclo.
È incoraggiante notare che la remissione dei sintomi è stata osservata a lungo termine, con due dei tre casi sopravvissuti che hanno riferito periodi continui senza sintomi di 6 e 7 anni, rispettivamente. In tutti i casi, le donne hanno potuto smettere di usare i farmaci da prescrizione a favore del programma RRP.
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Questi risultati evidenziano il profondo impatto degli interventi dietetici nel trattamento delle malattie croniche, tra cui LES e SS. Di particolare interesse sono le diete a base vegetale, ricche di nutraceutici naturali, che solo ora stanno arrivando alla ribalta della ricerca biomedica e clinica. Risultati come questi informano il grande pubblico sulle scelte alimentari ottimali e costituiscono la base per la ricerca futura volta a svelare il potenziale del nostro mondo naturale.
Fonte:Frontiers in Nutrition