HomeSaluteCervello e sistema nervosoSi può resuscitare dalla morte cerebrale?

Si può resuscitare dalla morte cerebrale?

“Experiments in the Revival of Organisms è un documentario del 1940 realizzato nell’Istituto di fisiologia e terapia sperimentale, in Unione Sovietica. . Il video, della durata di 19 minuti e 31 secondi, espone i risultati di alcune ricerche sulla rianimazione di organismi clinicamente morti, grazie all’utilizzo di un sistema circolatorio artificiale. Il Dottor Sergei Sergeyevich Brukhonenko è accreditato come supervisore scientifico, mentre nell’introduzione compare lo scienziato britannico J.B.S. Haldane”.

(Il video (Fonte Wikipedia) contiene passaggi scioccanti! Non adatto a tutti!)

La Bioquark, società di biotecnologie statunitense, oggi  vuole ripetere l’esperimento: tentare di riportare in vita persone decedute per trauma cerebrale. La Società ha ottenuto il permesso di reclutare 20 pazienti dichiarati clinicamente morti (morte cerebrale, ossia con encefalogramma piatto), “deceduti” per trauma cerebrale, per tentare di riportare in vita il loro sistema nervoso e altre parti vitali.

Appena diffusa, la notizia sta già facendo discutere!

La società rileva che la morte definitiva non è più tale in quanto i dispositivi medici possono mantenere il battito del cuore di un paziente a tempo indeterminato, nonostante il cervello abbia smesso le sue funzioni vitali. Pertanto, è ampiamente accettato nella comunità medica che la morte si verifica quando un cervello ha una “completa ed irreversibile perdita di funzione”.

Ma che cosa accadrebbe se la società avesse progettato un modo per “rianimare” un cervello apparentemente “morto”?

Questo è esattamente ciò che la Bioquark spera di realizzare con il progetto ReAnima. La società americana sta cercando di attuare possibili tecnologie che possano “riparare” i danni fatti al cervello nella morte. La tecnologia potrebbe potenzialmente cambiare il nostro modo di guardare alla morte, dimostrando che i danni al cervello non sono irreversibili. La società ritiene che il tronco cerebrale e il cervello possono essere “rigenerati” tanto quanto quello di certi rettili, pesci e anfibi.

La biologa Robin Andrews tuttavia, dichiara su IFLScience: “nulla permette di capire quanto questo lavoro sia realistico o serio”, anche se il team di esperti della U.S. National Institutes of Health che ha avallato il programma comprenda importanti scienziati.

Dean Burnett (neuroscienziato alla Cardiff University’s Centre for Medical Education) in una intervista rilasciata a Telegraph dice: “ In anni recenti abbiamo avuto numerose dimostrazioni delle capacità di recupero del cervello e del sistema nervoso, che non sono così “irreparabili” come si crede, ma l’idea che si possa facilmente invertire una condizione di morte cerebrale è pura fantasia, almeno allo stato attuale delle nostre conoscenze“.

Sul documento che autorizza la sperimentazione, si legge:  “This is the proof of concept study.. La sperimentazione rappresenta un primo passo nella direzione di un passaggio inverso, ossia dalla morte alla vita”,, afferma Ira Pastor, responsabile scientifico della Bioquark.

Il progetto,  chiamato ReAnima, prevede di invertire la morte cerebrale utilizzando una combinazione di tecniche, tra cui la somministrazione di farmaci, la stimolazione di nervi, la terapia laser e soprattutto la somministrazione di cellule staminali(cellule non specializzate) per riattivare il cervello, il tutto seguito da altre procedure che saranno scelte in base al risultato dei primi interventi.

La sperimentazione (mai tentata su cavie da laboratorio) verrà condotta in India, un Paese con libertà etica impossibile da trovare altrove.

Lo staff di Bioquark comprende anche ricercatori formati in Russia o in altre regioni dell’ex Unione Sovietica che non hanno comunque alcuna relazione con quella tradizione scientifica che portò al noto Experiments in the Revival of Organisms ( Wikipedia).

Nuove speranze di sopravvivere per il genere umano?

Fonte: The Telegraph

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