Si celebra dal 6 al 12 marzo, la settimana mondiale del glaucoma che si svolgerà, nel nostro paese, in 70 città grazie all’ Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus.
Il glaucoma è una malattia che colpisce il nervo ottico. Nella maggior parte dei casi è dovuta a un aumento della pressione interna dell’occhio che causa, nel tempo, danni permanenti alla vista che sono accompagnati da:
- riduzione del campo visivo (si restringe lo spazio che l’occhio riesce a percepire senza muovere la testa);
- alterazioni della papilla ottica (è detta anche testa del nervo ottico ed è visibile all’esame del fondo oculare).
L’oculista diagnostica un glaucoma quando rileva:
- un aumento della pressione oculare;
- una riduzione del campo visivo;
- alterazioni della papilla ottica.
Check-up oculistici, conferenze informative e distribuzione di opuscoli, tutto gratis. Il check-up oculistico gratuito, che include la misurazione della pressione dell’occhio, si svolge in più di 30 città a bordo di Unità mobili oftalmiche – speciali camper attrezzati – e in alcuni ambulatori oculistici.
Il glaucoma colpisce circa un milione di persone in Italia, ma una su due non lo sa. Se non diagnosticata e trattata per tempo, questa malattia oculare può causare la perdita della vista.
Ogni glaucomatoso che diventa cieco è un insuccesso: la cecità (così come l’ipovisione) può essere evitata attraverso la prevenzione.
Prevenire il glaucoma è semplice: fai un controllo
Il glaucoma è una malattia che rientra tra quelle che traggono massimo vantaggio dalla prevenzione secondaria e quindi da una diagnosi precoce: questo significa che è necessario individuare la malattia quando ancora non dà sintomi particolari, ossia quando non si sa di esserne affetti. Se la malattia non è diagnosticata e curata in modo tempestivo il campo visivo si restringe progressivamente sino ad arrivare alla caratteristica visione a canocchiale (o “tubulare”): si perde gradualmente la percezione di ciò che avviene alla periferia del campo visivo (non si riesce più a vedere con la cosiddetta “coda dell’occhio”).