Le cause della schizofrenia sono ancora sconosciute, ma i ricercatori sono al lavoro per indagare i processi cerebrali alla base di questa grave malattia. Un nuovo studio sui topi indaga lo squilibrio chimico di un composto chiamato acido kinurenico ed i suoi effetti sui sintomi della malattia.
La schizofrenia è una grave condizione cronica mentale che colpisce oltre l’1% della popolazione adulta degli Stati Uniti.
La comunità scientifica sta attualmente studiando i complessi processi neurochimici che possono scatenare questa malattia debilitante.
( Vedi anche:Schizofrenia: gli scienziati, per la prima volta, fanno luce sulla causa biologica).
Recenti studi hanno suggerito che l’acido kinurenico (Kyna) svolge un ruolo chiave nella fisiopatologia della schizofrenia. Le persone con schizofrenia hanno dimostrato di possedere livelli elevati di Kyna rispetto agli individui sani.
Questo acido aiuta a metabolizzare il triptofano, un aminoacido essenziale che a sua volta, aiuta l’organismo a produrre il neurotrasmettitore serotonina e la vitamina niacina.
Inoltre, Kyna diminuisce la produzione di glutammato, un aminoacido non essenziale ampiamente riconosciuto come il neurotrasmettitore più importante per il funzionamento sano del cervello.
Una delle ipotesi più importanti che emergono nella comunità scientifica è che i diminuiti livelli di glutammato nel cervello potrebbero spiegare la disfunzione cerebrale nella schizofrenia.
Sulla base di questa ricerca esistente, un team di scienziati della University of Maryland School of Medicine a Baltimora, ha deciso di indagare il ruolo patologico di Kyna nei topi e il collegamento con il comportamento schizofrenia-simile.
I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Biological Psychiatry .
Topi KMO-deficienti con elevati livelli di Kyna mostrano sintomi simili alla schizofrenia
I ricercatori sono stati guidati da Robert Schwarcz, Professore del Dipartimento di Psichiatria presso l’Università del Maryland School of Medicine.
Nel 1988, il Prof. Schwarcz fu il primo a identificare il ruolo del Kyna nel cervello, dopo aver studiato il composto nei roditori e la sua associazione con la schizofrenia ed altre malattie neuropsichiatriche.
In questo nuovo studio, il Prof. Schwarcz e colleghi hanno studiato i cambiamenti adattativi in topi geneticamente modificati e privati dell’enzima chinurenina 3-monoossigenasi (KMO).
KMO è un fattore chiave che influenza i livelli di Kyna nel cervello. Quando i livelli di KMO diminuiscono, i livelli di Kyna aumentano.
Utilizzando sei test comportamentali specifici per la schizofrenia, gli scienziati hanno caratterizzato i topi KMO-deficienti ed hanno eseguito analisi dell’espressione genica differenziale nella corteccia cerebrale e nel cervelletto dei roditori.
L’analisi ha rivelato un aumento dei livelli di Kyna nei topi KMO-deficienti, come previsto. I ricercatori hanno anche trovato livelli più elevati di Kyna nel cervelletto, una piccola sezione del cervello sotto e dietro gli emisferi cerebrali, rispetto al cervello.
È interessante notare che i topi KMO-deficienti hanno mostrato problemi di memoria, minore capacità di socializzazione con i topi non familiari, rispetto ai topi di controllo. Durante l’esecuzione di compiti in un labirinto e contenitore luce-buio, i topi geneticamente modificati hanno dimostrato un aumento dell’ ansia.
Dal momento che un aumento dell’ansia, mancanza di desiderio di socializzare e disturbi della memoria sono i sintomi tipici della schizofrenia, il presente studio suggerisce che KMO e Kyna sono fattori cruciali nella malattia.
“Questo studio fornisce un nuovo supporto fondamentale alla nostra ipotesi di lunga data e spiega come il sistema Kyna può diventare disfunzionale nella schizofrenia”, dice il Prof. Robert Schwarcz
Lo studio ha anche implicazioni terapeutiche su cui Schwarcz ed i suoi colleghi stanno lavorando. L’aumento dei livelli di glutammato può avere gravi effetti collaterali, come le convulsioni e la morte delle cellule cerebrali, per cui i ricercatori sperano di alterare i livelli Kyna in modo più preciso e privo di rischi per il trattamento della schizofrenia.
Fonte: Medicalnews