Gli scienziati del National Institutes of Healt hanno scoperto un metodo non invasivo per diagnosticare la sindrome di Cushing. Secondo i ricercatori, l‘analisi dei capelli è in grado di rilevare il cortisolo, “l’ormone dello stress” che è un indicatore della condizione caratterizzata da un’eccessiva produzione di ormone adenocorticotropo (ACTH) che a sua volta stimola le ghiandole surrenali a produrre cortisolo in eccesso.
Si tratta di una patologia rara non genetica causata da un tumore benigno dell’ipofisi, che colpisce più spesso giovani donne tra i 20 e i 30 anni.
La sindrome di Cushing può verificarsi anche a seguito di esposizione ad alti livelli di cortisolo per un periodo di tempo prolungato. Elevati livelli di cortisolo possono essere attivati come effetto collaterale di farmaci corticosteroidi che vengono utilizzati per il trattamento di malattie infiammatorie, come il lupus, l’asma e l’artrite reumatoide.
Eccessivi livelli di cortisolo possono anche essere causati da un tumore che si sviluppa all’interno di una delle ghiandole del corpo, come l’ipofisi e le ghiandole surrenali, anche se questo è meno comune. Le ghiandole surrenali producono cortisolo che aiuta a controllare la pressione sanguigna, la funzione del cuore, regola i livelli di zucchero nel sangue e il sistema immunitario.
E’ una sindrome relativamente rara e diagnosticarla è difficile e richiede tempo. Se la condizione non viene trattata e diagnosticata precocemente, può essere fatale.
Per la diagnosi sono necessari diversi esami: esame delle urine, del sangue, test della saliva, da eseguire per più di 24 ore per misurare i livelli di cortisolo.
I risultati delle analisi dei capelli rispetto ai test biochimici standard
La ricerca precedente ha esplorato l’analisi dei capelli per rilevare i livelli di cortisolo e diagnosticare la sindrome di Cushing. Tuttavia, gli studi precedenti non hanno confrontato i livelli di cortisolo nel sangue e nelle urine con i livelli di cortisolo presente nei capelli, per convalidare l’analisi dei capelli come un metodo diagnostico affidabile.
I ricercatori del Nazionale Institutes of Health (NIH) hanno esaminato l’affidabilità della misurazione dei livelli di cortisolo attraverso i capelli per diagnosticare la sindrome di Cushing, confrontando i dati dell’ analisi dei capelli con i dati dei test biochimici standard.
Il Dr. Mihail Zilbermint, un endocrinologo del NIH’s Eunice Kennedy Shriver National Institute of Child Health and Human Development (NICHD) è l’autore senior dello studio pubblicato in Endocrine: International Journal of Basic and Clinical Endocrinology.
Per la sperimentazione, il team ha arruolato 30 partecipanti con sindrome di Cushing e sei pazienti che non avevano la condizione.
I campioni di capelli di 3 centimetri di lunghezza, sono stati prelevati dai partecipanti allo studio. I capelli sono stati divisi in segmenti di 1 centimetro ed etichettati in base alla posizione più vicina, media o lontana dal cuoio capelluto. Ciascun segmento è stato analizzato per rilevare la presenza di cortisolo confrontata in seguito con le prove di laboratorio.
I livelli di cortisolo nei capelli erano strettamente correlati con i livelli di cortisolo nelle urine e sangue
I risultati dello studio hanno dimostrato che i livelli di cortisolo nei campioni di capelli erano strettamente correlati con i livelli di cortisolo rilevati utilizzando tecniche standard per la diagnosi della sindrome di Cushing.
I segmenti di capelli che erano più vicini al cuoio capelluto contenevano più cortisolo. Rispetto ai livelli di cortisolo osservati nei segmenti di capelli più lontani dal cuoio capelluto, i livelli di cortisolo dei capelli più vicini al cuoio capelluto erano più simili ai risultati dei test delle urine e sangue, condotti di notte.
Per gran parte della popolazione, i livelli di cortisolo diminuiscono di notte. Tuttavia, le persone con la sindrome di Cushing hanno elevati livelli di cortisolo anche di notte.
“I nostri risultati sono incoraggianti. Siamo fiduciosi che l’analisi dei capelli può infine rivelarsi utile come test di screening meno invasivo per la sindrome di Cushing o contribuire a confermare la diagnosi”, ha affermato Mihail Zilbermint
I ricercatori fanno notare tuttavia, che ulteriori studi sono necessari per confermare i loro risultati.
Fonte: Medicalnews