Un gruppo di ricercatori del Brigham and Women Hospital della Harvard Medical School ha scoperto che le persone con sclerosi multipla (SM) presentano cambiamenti nel loro microbioma intestinale rispetto al resto della popolazione.
Nel loro articolo, pubblicato sulla rivista Nature Communications, i ricercatori descrivono le differenze trovate nei microbi intestinali dei pazienti SM rispetto alle persone sane.
La sclerosi multipla (SM) è una malattia progressiva incurabile che comporta l’erosione della guaina mielinica che riveste le cellule nervose del cervello e della colonna vertebrale. I pazienti hanno tipicamente esperienza di intorpidimento degli arti, deterioramento del linguaggio, problemi con il controllo muscolare, problemi con la visione e stanchezza cronica. La ricerca precedente ha suggerito che si tratta di una malattia auto-immune e in questo nuovo sforzo, i ricercatori hanno cercato di verificare se il microbioma intestinale dei pazienti SM presentava cambiamenti così come accade in altre malattie auto-immuni.
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Per scoprirlo, i ricercatori hanno raccolto campioni di feci di 63 persone affette da sclerosi multipla e 43 campioni di persone senza la malattia. Studiando i campioni, i ricercatori hanno trovato differenze misurabili nella diversità complessiva del microbioma, ma hanno anche trovato numeri elevati di due tipi di batteri-Methanobrevibacter e akkermansia. Per assicurarsi che questi elevati livelli non erano dovuti ai farmaci somministrati ai pazienti con SM, il team ha diviso i campioni raccolti in due gruppi, quelli di pazienti che erano stati trattati con farmaci e quelli di pazienti che non erano stati trattati. In entrambi i gruppi sono stati trovati livelli elevati di batteri ed i ricercatori hanno anche rilevato che entrambi i gruppi avevano un leggero calo Butyricimonas.
I ricercatori hanno poi realizzato un profilo di geni correlati alle cellule T, alla ricerca di collegamenti con i cambiamenti nel microbioma intestinale ed hanno scoperto che c’era un rapporto tra essi e l’attivazione di interferone e altri percorsi-infiammatori e che erano in linea con il grado di aumento del livello batterico intestinale.
Infine, il team ha analizzato campioni di aria espirata che erano stati prelevati da tutti i pazienti e controlli e hanno trovato livelli di metano leggermente elevati nei pazienti con sclerosi multipla. La spiegazione di questi livelli di metano elevati è che alcuni tipi di batteri trovati a livelli elevati nel microbioma dei pazienti SM, erano il tipo di batteri noti per produrre metano nell’intestino.
I risultati dello studio suggeriscono che i test del microbioma potrebbero diventare un nuovo mezzo di diagnosi della SM o forse anche parte dello sviluppo di farmaci destinati a trattare la malattia.
Fonte:Nature Communication