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Le allucinazioni uditive sono probabilmente il risultato di anomalie in due processi cerebrali: una scarica corollaria “rotta” che non riesce a sopprimere i suoni autogenerati e una copia efferente “rumorosa” che fa sì che il cervello senta questi suoni più intensamente di quanto dovrebbe. Questa è la conclusione di uno studio pubblicato il 3 ottobre sulla rivista open-access PLOS Biology da Xing Tian, della New York University Shanghai, Cina, e colleghi.
I pazienti con certi disturbi mentali, tra cui la schizofrenia, spesso sentono voci in assenza di suono. I pazienti potrebbero non riuscire a distinguere tra i propri pensieri e le voci esterne, con conseguente ridotta capacità di riconoscere i pensieri come autogenerati.
Nel nuovo studio, i ricercatori hanno condotto esperimenti di elettroencefalogramma (EEG) misurando le onde cerebrali di 20 pazienti con diagnosi di schizofrenia con allucinazioni uditive e di 20 pazienti con diagnosi di schizofrenia che non avevano mai sperimentato tali allucinazioni.
In generale, quando le persone si preparano a parlare, il loro cervello invia un segnale noto come “scarica di corollario” che sopprime il suono della loro stessa voce. Tuttavia, il nuovo studio ha dimostrato che quando i pazienti con allucinazioni uditive si preparavano a pronunciare una sillaba, il loro cervello non solo non riusciva a sopprimere questi suoni interni, ma aveva una risposta di “copia efferente” potenziata ai suoni interni diversi dalla sillaba pianificata.
Spiegano gli autori:
“Le esperienze percettive possono essere indotte dall’elaborazione sensoriale e costruite senza stimoli esterni, come il recupero della memoria e l’immaginazione mentale. Tali cause distinte di esperienze percettive necessitano di un monitoraggio efficiente per distinguere le fonti induttive; il fallimento del monitoraggio può causare allucinazioni. Ad esempio, i pazienti con allucinazioni uditive, i sintomi principali della schizofrenia, spesso “sentono” voci in assenza di suono. I pazienti possono non riuscire a distinguere tra i loro pensieri (ad esempio, il linguaggio interiore) e le voci esterne, con conseguente ridotta capacità di riconoscere i pensieri come autogenerati. Vale a dire, i sintomi delle allucinazioni sono stati attribuiti al malfunzionamento dell’automonitoraggio.
L’automonitoraggio può essere ottenuto con il meccanismo dei modelli interni in avanti, in cui una copia dei segnali motori, denominata scarica corollaria (CD) o copia efferenziale (EC), trasmette alle regioni sensoriali (trasformazione motoria-sensoriale) e sopprime le attività neurali sensoriali. I modelli interni in avanti sono stati evidenti in modo ubiquitario nel regno animale e la soppressione sensoriale è stata ipotizzata come un indice per segnalare l’imminente riafferenza come conseguenza delle azioni di un agente. Vale a dire, la funzione inibitoria dei segnali motori può fornire un calcolo automatico per distinguere le risposte neurali sensoriali che sono indotte internamente o evocate da stimolazione esterna. La compromissione delle funzioni inibitorie nella trasformazione motoria-sensoriale può causare un malfunzionamento dell’automonitoraggio e portare ad allucinazioni uditive. Le allucinazioni sono esperienze di tipo percettivo che richiedono una specifica rappresentazione neurale attivata senza stimolazione sensoriale. La sola funzione inibitoria delle copie motorie non può spiegare completamente i sintomi delle allucinazioni uditive ed è messa in discussione da recenti risultati empirici. Ad esempio, è stato riscontrato un potenziamento indotto dall’azione in un sottoinsieme di cortecce sensoriali oltre alla soppressione indotta dall’azione. Le rappresentazioni neurali uditive sono costruite nella memoria di lavoro uditiva basata sul parlare nascosto. Questa memoria di lavoro uditiva basata sul motore (cioè il linguaggio interiore) che attiva una specifica rappresentazione neurale può essere erroneamente attribuita a fonti esterne a causa della compromissione della funzione di automonitoraggio nella schizofrenia. Tutti questi risultati recenti suggeriscono che la copia dei segnali motori potrebbe avere una funzione che sensibilizza le cortecce sensoriali oltre alla funzione inibitoria per il monitoraggio dell’agenzia. La combinazione di 2 funzioni complementari potrebbe mediare i sintomi positivi delle allucinazioni uditive”.
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Gli autori concludono che le alterazioni di questi due processi contribuiscono probabilmente alle allucinazioni uditive e che in futuro intervenire su di esse potrebbe portare a nuovi trattamenti per tali allucinazioni.
Gli autori aggiungono: “Le persone che soffrono di allucinazioni uditive possono ‘sentire’ suoni senza stimoli esterni. Un nuovo studio suggerisce che le connessioni funzionali compromesse tra i sistemi motorio e uditivo nel cervello mediano la perdita della capacità di distinguere la fantasia dalla realtà“.
Fonte: PLOS