Ricercatori dell’Hebrew SeniorLife’s Institute for Aging Research, dell’Università dell’Australia Occidentale, Università di Sydney e l’Università di Edith Cowan, hanno scoperto che le scansioni della densità ossea, tipicamente utilizzate per determinare il rischio di fratture, potrebbero anche essere di aiuto nell’identificazione delle malattie cardiovascolari.
Lo studio è stato recentemente pubblicato sul Journal of Bone and Mineral Research.
I ricercatori hanno analizzato le scansioni della densità ossea di oltre 1000 donne anziane dell’Australia per la presenza di depositi di calcio nella grande arteria dell’addome chiamata aorta. Hanno valutato la gravità di questi depositi di calcio usando le scansioni fatte per lo screening dell’osteoporosi. Hanno poi seguito le donne per quasi 15 anni per determinare l’insorgenza di malattie cardiovascolari all’interno della coorte.
(Vedi anche:Osteoporosi: l’ acido zoledronico migliora la densità minerale ossea).
“Abbiamo scoperto che la presenza di calcificazioni aumentava la probabilità di avere malattie cardiovascolari come attacchi di cuore e anche la probabilità di morte cardiovascolare e mortalità in generale”, ha detto il co-autore dello studio Douglas P. Kiel, Direttore Musculoskeletal Research Center presso Hebrew SeniorLife’s Institute for Aging Research. “Il nostro studio sottolinea il fatto che avere un test di densità ossea non solo indica alle donne il loro rischio di frattura, ma anche il loro rischio a lungo termine per le malattie cardiovascolari, rendendo il test della densità ossea ancora più utile nello screening“.
Fonte: Institute for Aging Research