(SARS-CoV-2-Immagine:Credito: Natura (2022). DOI: 10.1038/s41586-022-05282-z).
Un team di ricercatori dell’Università della Pennsylvania, in collaborazione con un collega dell’Università del Texas Medical Branch e un altro della Boston University e del Boston Medical Center, ha scoperto che il virus SARS-CoV-2 produce una proteina che imita una proteina che impacchetta il DNA, prevenendo la trascrizione che normalmente svolgerebbe un ruolo in una risposta immunitaria.
Nel loro articolo pubblicato su Nature, il gruppo descrive come ha confrontato le proteine che impacchettano il DNA umano con le proteine prodotte dal virus SARS-CoV-2 e cosa ha mostrato loro. Lisa Thomann e Volker Thiel con l’Istituto di Virologia e Immunologia, Berna e Mittelhäusern, hanno pubblicato un articolo in News & Views nello stesso numero della rivista che descrive il lavoro svolto dal team in questo nuovo sforzo.
Con il progredire della pandemia, i ricercatori hanno continuato a studiare il virus dietro di essa e una delle aree su cui si sono concentrati è la sua straordinaria capacità di sopprimere una risposta delle cellule ospiti in quelle infette. In questo nuovo sforzo, i ricercatori hanno esaminato più da vicino le relazioni tra le proteine che impacchettano il DNA nelle cellule umane e le proteine prodotte dal virus SARS-CoV-2.
Ricerche precedenti hanno dimostrato che il virus SARS-CoV-2 produce tre tipi principali di proteine; quelle coinvolte nella replicazione, quelle coinvolte nei processi strutturali e un terzo che sono note come proteine accessorie.
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Il terzo tipo è coinvolto in un’ampia gamma di attività. Ricerche precedenti hanno anche dimostrato che il DNA umano è racchiuso in proteine note come istoni: servono a tenere in posizione i filamenti di DNA e a fungere da guardiani per i materiali che leggono i filamenti e utilizzano tali informazioni per impegnarsi in attività come la segnalazione ad altri corpi parti. Alcuni di questi segnali sono coinvolti quando un ospite viene infettato per sollecitare i meccanismi di difesa per combattere l’agente intrusivo.
In questo nuovo sforzo, i ricercatori hanno trovato prove che suggeriscono che una delle proteine accessorie prodotte dal virus SARS-CoV-2 (ORF8) è in grado di imitare almeno un tipo di proteina istonica (KAT2A) che impacchetta il DNA. E così facendo smorza il tipo di segnalazione che dovrebbe verificarsi quando un ospite è infetto, riducendo la risposta immunitaria.
Fonte: Nature