Immagine: virus SARS-CoV-2 che si legano ai recettori ACE-2 su una cellula umana, lo stadio iniziale dell’infezione da COVID-19, illustrazione concettuale 3D: Kateryna Kon / Shutterstock.
Il sistema immunitario ha molti componenti che lavorano insieme per proteggere il corpo dagli invasori stranieri. Uno dei più importanti tipi di cellule immunitarie sono i linfociti T o le cellule T, un tipo di globuli bianchi che agisce come nucleo dell’immunità adattativa, il sistema che modifica la risposta immunitaria a specifici agenti patogeni.
Immagine: i linfociti T attaccano una colonia di funghi. Credito di immagine: UGREEN 3S / Shutterstock.
Ora, un team degli Stati Uniti e Cina ha rivelato che il virus SARS-CoV-2 che causa la COVID 19, attacca i linfociti T del sistema immunitario. Questi risultati preoccupanti evidenziano il potere distruttivo del nuovo coronavirus, che può distruggere il sistema immunitario, lasciando il paziente incapace di combattere l’infezione.
Il nuovo coronavirus
I coronavirus causano problemi nell’uomo da molto tempo, sebbene sia noto che molte versioni del virus scatenano solo sintomi lievi come raffreddori comuni. Tuttavia, tre recenti tipi di coronavirus hanno causato malattie mortali: la sindrome respiratoria acuta grave (SARS) in Cina nel 2002, la sindrome respiratoria del Medio Oriente (MERS) in Arabia Saudita nel 2012 e l’attuale pandemia globale, la malattia COVID -19 che è emersa per la prima volta nella città di Wuhan, nella provincia di Hubei, in Cina nel dicembre 2019.
Vedi anche: Remdesivir, pensato per Ebola, efficace contro un enzima chiave di SARS-CoV-2
L’impatto dei precedenti focolai di coronavirus nel 2002 e 2012 è stato lieve rispetto al caos scatenato dal SARS-CoV-2. Nel giro di pochi mesi, il nuovo coronavirus ha spinto la maggior parte dei paesi a bloccarsi, a ridurre le economie e ha schiacciato i sistemi sanitari con oltre 2 milioni di persone infette.
Nel frattempo, gli scienziati di tutto il mondo stanno correndo per capire il SARS-CoV-2 nella speranza di trovare un trattamento o una cura. Ora, la scoperta a sorpresa dei ricercatori ha fatto luce sulla potenza del nuovo coronavirus che sta uccidendo potenti cellule immunitarie, che invece dovrebbero uccidere il virus.
I ricercatori dell’Università Fudan di Shanghai, in Cina e del New York Blood Center, hanno studiato l’azione del virus sulle linee cellulari dei linfociti T. I linfociti T o le cellule T agiscono identificando ed eliminando gli invasori estranei nel corpo. Per arrivare ai risultati, pubblicati sulla rivista Journal of Cellular & Molecular Immunology, il team ha catturato una cellula infettata dal virus, penetrato nella membrana e iniettato sostanze chimiche tossiche nella cellula. Dopo questo, i prodotti chimici hanno ucciso sia il virus che le cellule infette facendole a pezzi.
Sorprendentemente, il team ha scoperto che quando il coronavirus e la cellula T sono entrati in contatto tra loro, la cellula T è diventata preda del coronavirus che innesca l’attacco grazie alla proteina spike. Successivamente, i geni del virus sono entrati nella cellula T e l’hanno sopraffatta, presa in ostaggio e disattivato la sua capacità di proteggere il corpo.
Il team ha quindi cercato di fare lo stesso con il virus SARS e un altro coronavirus, ma questi agenti patogeni non erano in grado di infettare le cellule T. I ricercatori sospettano che il virus SARS, che ha causato un focolaio nel 2002-2003, sia privo di una funzione di fusione della membrana. Il virus può infettare solo le cellule che hanno una particolare proteina recettoriale chiamata l’enzima 2 di conversione dell’angiotensina (ACE2). Le cellule T contengono solo poche proteine del recettore ACE2.
Questa è una scoperta importante: conoscere l’effetto del virus SARS-CoV-2 sulle cellule T, potrebbe spiegare perché la malattia si sta diffondendo così rapidamente e infettando così tante persone in tutto il mondo. Spiega anche perché alcune popolazioni vulnerabili sono ad alto rischio di morire per l’infezione, comprese le persone con più di 65 anni, quelle immunocompromesse e quelle con patologie mediche sottostanti come malattie polmonari, malattie cardiache, diabete e ipertensione.
Ulteriori indagini dimostrano che i pazienti deceduti per COVID-19 avevano danni ai loro corpi simili sia a quelli causati dalla SARS che dall’HIV.