Uno studio condotto da ricercatori del Vanderbilt University Medical Center ha rafforzato il legame tra la funzione tiroidea e la fibrillazione atriale (FA), un ritmo cardiaco irregolare che aumenta il rischio di ictus e altre complicanze cardiache.
Lo studio ha analizzato le cartelle cliniche di oltre 37.000 persone per un’associazione tra variazione geneticamente determinata dei livelli di ormone stimolante la tiroide (una misura della funzione tiroidea) e il rischio di fibrillazione atriale.
Precedenti studi osservazionali hanno rilevato che l’ipertiroidismo subclinico, una tiroide iperattiva che non soddisfa la soglia clinica per la diagnosi o il trattamento, tuttavia può aumentare il rischio di fibrillazione atriale. Ma trattare l’ipo- o ipertiroidismo subclinico per ridurre il rischio di fibrillazione atriale rimane una questione di dibattito nella comunità medica.
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L’attuale studio, pubblicato oggi sulla rivista JAMA Cardiology, ha rilevato che variazioni geneticamente determinate della funzione tiroidea, anche quelle che rientrano in un intervallo “normale” fisiologicamente accettato, possono comunque aumentare il rischio di fibrillazione atriale.
La decisione di trattare la malattia subclinica della tiroide dovrebbe essere spiegata da questa nuova evidenza, dal momento che “i farmaci antitiroidei per trattare l’ipertiroidismo possono ridurre il rischio, mentre la bassa funzionalità tiroidea può aumentare il rischio di fibrillazione atriale”, hanno concluso i ricercatori.
Fonte, EurekAlert