Secondo i giudici il sistema legislativo del nostro Paese è“incoerente” perché, se da un lato i coniugi Rosetta Costa e Walter Pavan, pur essendo portatori sani di fibrosi cistica, non hanno potuto accedere alla fecondazione assistita, dall’altro esiste una legge che permette l’aborto terapeutico se il feto è affetto da fibrosi cistica.
Il ricorso dei coniugi Pavan – Rosetta Costa e Walter Pavan avevano presentato ricorso nell’ottobre 2010 perché nel 2006, in seguito alla nascita del loro primo figlio affetto da fibrosi cistica, avevano scoperto di essere entrambi portatori sani della malattia. La coppia voleva avere altri figli ma si trovò a fare i conti con il 25% di probabilità che nascessero anche loro affetti da fibrosi cistica e il 50% che ne fossero portatori sani. E così i due hanno deciso di ricorrere alla procreazione assistita e alla diagnosi preimpianto, pratica che viene però vietata dalla legge italiana. Nel ricorso la coppia sostiene che la normativa italiana li discrimina rispetto alle coppie sterili e a quelle in cui l’uomo ha una malattia sessualmente trasmissibile: a loro viene infatti concessa la procreazione assistita.