Anche al Policlinico ”A. Gemelli” di Roma ha cominciato a pulsare il primo cuore artificiale: e’ stato impiantato a un uomo di 64 anni affetto da una grave malattia cardiaca (Cardiomiopatia Dilatativa Idiopatica) e ricoverato in rianimazione in condizioni critiche e senza ormai nessuna possibilita’ di cura. L’intervento e’ stato eseguito presso il Dipartimento di Scienze Cardiovascolari grazie alla collaborazione tra l’e’quipe del professor Filippo Crea e quella del professor Massimo Massetti, rispettivamente a capo della Cardiologia e della Cardiochirurgia del Policlinico Gemelli. Con questo primo intervento si da’ avvio a un programma che prevede l’impianto di altri cuori artificiali ad altri pazienti che non sono curabili altrimenti.
”Il Policlinico Gemelli – spiega il professor Massimo Massetti – ha pianificato un progetto ambizioso inerente il percorso clinico del paziente affetto da insufficienza cardiaca. Molti specialisti tra i quali Cardiologi, Cardiochirurghi, Anestesisti e Rianimatori, Internisti e Geriatri lavorano insieme intorno alle problematiche del paziente, esprimendo una sinergia d’eccellenza. In questo contesto e’ stato avviato il programma che prevede l’impianto di cuori artificiali nelle gravi insufficienze d’organo che non rispondono alle terapie convenzionali”. In Italia si registrano ogni anno circa 170mila nuovi casi di scompenso cardiaco grave, una situazione questa per la quale entro un anno il 60% dei pazienti e’ destinato a morire. Si prevede che entro il 2030 il numero di pazienti che andra’ incontro a tale condizione raddoppiera’ e questo perche’ le nuove terapie che salvano le persone dall’infarto fanno si’ che si crei una popolazione che va incontro allo scompenso cardiaco cronico refrattario alla terapia medica.
Fonte ASCA