L’enzima, chiamato N-myristoyltransferase (NMT), è noto perchè modifica un numero di proteine nel corpo umano che favoriscono lo sviluppo della malattia.
In questo studio, i ricercatori hanno identificato più di 100 delle proteine modificate da NMT – molte delle quali erano sconosciute. Hanno poi mappato queste proteine prima di trovare una molecola che blocca l’azione di NMT, aprendo la strada ad un nuovo potenziale farmaco per curare il cancro.
L’autore dello studio, il professor Ed Tate, del Dipartimento di Chimica presso l’Imperial e il suo team, hanno pubblicato i loro risultati sulla rivista Nature Communications .
Lo studio è stato condotto su larga scala per identificare le proteine interessate da NMT e dopo aver trovato più di 100 di queste proteine, i ricercatori si sono imbattuti in una molecola che blocca l’attività di NMT.
Per valutare gli effetti della molecola NMT-inibizione, gli scienziati hanno innescato l’apoptosi – il processo attraverso il quale una cellula è programmata per morire dopo che il suo DNA ha subito un danno.
In precedenza, erano state identificate solo poche proteine controllate da NMT. Ma questo studio ha scoperto molti di più, mettendo in luce nuove strategie che impediscono alle cellule tumorali di diventare resistenti ai farmaci.
Commentando i risultati, il Prof. Tate dice:
“Ora abbiamo un quadro molto più completo di come NMT opera e soprattutto di come può essere inibito. Questa è la prima volta che siamo stati in grado di osservare in dettaglio molecolare, come funziona questo potenziale bersaglio di farmaci all’interno di un intera cellula tumorale vivente.
Questa ‘mappa globale’ ci permette di capire quali sono gli effetti dell’ inibizione di NMT e determinare quali malattie è possibile combattere avendo come obiettivo l’inibizione di NMT. Il passo successivo sarà quello di esplorare l’efficacia di tali trattamenti”.
Il team ha già in programma di testare un farmaco che blocca l’attività di NMT per impedire che le proteine vengano modificate.
“Siamo ancora in una fase iniziale della nostra ricerca, ma abbiamo già individuato alcuni farmaci inibitori molto potenti di NMT che sono attivi in modelli di malattia negli animali e speriamo di andare verso le sperimentazioni cliniche nei prossimi 5-10 anni”.
Fonte:
Global profiling of co- and post-translationally N-myristoylated proteomes in human cells, DOI: 10.1038/ncomms5919, Edward W. Tate, published in Nature Communications, 26 September 2014, abstract.