Immagine: Dr.ssa Shruti Sharma
Una versione più potente di una molecola anti-infiammatoria già circolante nel nostro sangue, può impedire la perdita della visione nella retinopatia diabetica che è causata da alti livelli circolanti di glucosio ed è la principale causa di cecità negli adulti con diabete.
Ora gli scienziati hanno dimostrato che una versione artificiale di gp130 ( glicoproteina 130) solubile, o sgp130 ( proteina ricombinante), che è 10 volte più potente di quella naturale, può contribuire ad evitare alti livelli di infiammazione negli occhi che si verificano nel diabete ed evitare la distruzione della retina che tipicamente segue.
( vedi anche:Nuovi indizi sulle cause della retinopatia diabetica).
“Quello che stiamo cercando di fare è inibire questo percorso di segnalazione”, ha detto la Dr.ssa Shruti Sharma, Biologa presso il Centro per le Biotecnologie e Medicina Genomica del Medical College of Georgia alla Augusta University.
Sharma sta parlando della cascata pro-infiammatoria che può verificarsi quando i livelli elevati di glucosio nel sangue causano l’aumento dei livelli di IL-6 in circolazione nel sangue così come nella porzione fluida degli occhi di pazienti con retinopatia diabetica. Quando i livelli circolanti di IL-6 aumentano, anche i livelli del suo recettore IL-6R, che è necessario perchè IL-6 sia attivo, aumentano.
Questi driver di infiammazione in circolazione, producono una trans-segnalazione in cui i recettori non si trovano direttamente sulle cellule colpite.
In questo caso, il corpo sembra avere un sistema di controllo: sgp130 viaggia nel sangue dove può essenzialmente intrappolare il complesso recettore IL-6 e impedirgli di attraversare le membrane cellulari per promuovere l’infiammazione.
Questo studio rappresenta il primo tentativo di indirizzare la trans-segnalazione IL_6 nella retinopatia diabetica, con questa molecola sintetica, una versione più potente di sgp130, chiamata sgp130-Fc che è già in studi clinici per il morbo di Crohn e l’artrite reumatoide.
Il gruppo di ricerca MCG spera che questo lavoro sui modelli di top e siero umano possa porterà a studi clinici su sgp130-Fc nella retinopatia diabetica.
In realtà, il laboratorio di Sharma ha già la prova iniziale sia nei tessuti umani che nei topi diabetici, che inibendo la trans-segnalazione IL-6, si riduce significativamente la classica infiammazione oculare e la distruzione che ne segue.
I recettori IL-6 non sono sempre in circolazione, ma volte si possono trovare direttamente sulle membrane cellulari. Sui globuli bianchi, ad esempio, IL-6 si lega naturalmente al suo recettore sulla membrana cellulare che recluta attraverso gp130 che è anche collegato alla membrana, per inviare un segnale di intervento. Infatti, anche quando IL-6 e il suo recettore si legano con successo nel sangue, hanno accesso all’occhio agganciandosi a gp130 sulla membrana delle cellule endoteliali che rivestono la microscopica rete vascolare dell’occhio.
“Le cellule endoteliali, che sono i primi obiettivi della retinopatia diabetica, non hanno recettori di IL-6 dove la trans-segnalazione arriva”, ha detto il Dr. Ashok Sharma,esperto di bioinformatica e genomica del Centro di Biotecnologie e Medicina Genomica e co autore dello studio. Egli osserva che non è ancora chiaro se le cellule endoteliali, che rivestono i vasi sanguigni in tutto il corpo, hanno recettori di IL-6 nei dintorni.
Gli scienziati MCG hanno esplorato ulteriormente un modello murino di diabete di tipo 1, per verificare gli effetti della trans-segnalazione sulle cellule endoteliali e periciti negli occhi che sono cellule contrattili che avvolgono le cellule endoteliali, aumentando la forza dei piccoli vasi sanguigni dove il sistema arterioso e venoso si incontrano.
Nella retinopatia diabetica, i periciti sono danneggiati e distrutti; le pareti dei vasi sanguigni in modo innaturale si addensano e impediscono il passaggior di sangue. Alla fine, anche le cellule endoteliali muoiono. Gli occhi tentano di far crescere nuovi vasi sanguigni come correzione, ma i nuovi vasi sono in definitiva disfunzionali e compromettono ulteriormente la visione.
Gli scienziati stanno cercando di verificare se la potente molecola sgp130-Fc può essere utile anche in questo caso. Il modello murino di retinopatia diabetica è stato trattato con il farmaco prima che la malattia si sviluppi (per capire meglio il suo impatto), così come più tardi quando il processo della malattia è avviato.
Mentre non vi sono prove che la trans-segnalazione promuove sempre l’infiammazione, la segnalazione classica con il recettore sulla superficie delle cellule è in grado di ridurre l’infiammazione. Le attuali terapie per la retinopatia diabetica includono laser e anti-VEGF che hanno come target i vasi sanguigni disfunzionali.
Fonte:Eurekalert