Famiglie popolate di ultranovantenni? Il segreto di questa insolita longevità, a sorpresa, potrebbe essere nei livelli insolitamente bassi di vitamina D (una vitamina liposolubile che promuove l’assorbimento del calcio da parte dell’organismo). Secondo uno studio pubblicato su ‘Cmaj’ e condotto sui familiari di un folto gruppo di ultranovantenni, i risultati non lasciano dubbi: “Abbiamo scoperto che la longevità familiare è associata a bassi livelli di vitamina D e a una minore frequenza di una variazione allelica nel gene Cyp2R1, associata proprio a più alti livelli di vitamina D”, scrive Diana van Heemst, del dipartimento di Gerontologia e geriatria del Leiden University Medical Center (Olanda). A stupire un po’ è anche il fatto che precedenti ricerche avevano mostrato che bassi livelli di vitamina D sono associati a un aumento del rischio di morte, cardiopatia, diabete, tumore, allergie e altri problemi, ma non si sa ancora se questi livelli siano la causa o la conseguenza delle patologie evidenziate.
Per stabile l’esistenza di un legame tra la vitamina D e la longevità, i ricercatori olandesi hanno esaminato i dati di 380 famiglie con almeno due componenti sopra i 90 anni (89 anni per gli uomini e 91 per le donne). Lo studio ha coinvolto gli anziani, i fratelli, la loro prole e i loro partner per un totale di 1.039 discendenti e 461 controlli. I partner sono stati inclusi perché erano di età simile a quella dei soggetti da analizzare e avevano condiviso fattori ambientali simili, elementi che potevano influire sui livelli di vitamina D. I ricercatori hanno misurato 25 tipi di vitamina D, caratterizzandoli in base al mese e alle variazioni stagionali. Si è tenuto conto anche dell’uso dei lettini solari (che può influire sui livelli di vitamina D), dell’età, del sesso, dell’indice di massa corporea, dell’assunzione di integratori vitaminici, della funzione renale e dell’influenza di tre varianti genetiche associate con i livelli di vitamina D. “Abbiamo scoperto che i figli degli ultranovantenni che avevano almeno un fratello sopra i 90 anni avevano livelli di vitamina D più bassi dei controlli, indipendentemente da altri possibili fattori confondenti”, scrivono gli autori.
“Abbiamo anche scoperto che la prole” dei super-anziani “presentava una più bassa frequenza di comuni varianti nel gene Cyp2R1. Una variante comune di questo gene predispone le persone – ricordano i ricercatori – a più elevati livelli di vitamina D”. Ebbene, lo studio evidenzia la presenza di un legame tra vitamina D e longevità familiare, anche se “sono necessarie ulteriori ricerche per mettere in luce il meccanismo che collega questa sostanza con le varianti genetiche e la propensione a superare i 90 anni di età”, concludono gli autori.
Fonte:(Adnkronos Salute)