Il primo trapianto di cellule staminali in pazienti con malattia di Parkinson è sempre più vicino. Rimane una sfida da superare per i ricercatori: controllare con precisione le cellule staminali in laboratorio, al fine di ottenere cellule staminali funzionali.
( Vedi anche:Svelare il mistero delle cellule staminali).
“Nelle nostre valutazioni precliniche sui neuroni dopaminergici derivati dalle cellule staminali abbiamo notato che l’esito in modelli animali variava notevolmente, anche se le cellule erano molto simili al momento del trapianto. Questo ostacolo ha notevolmente ritardato l’istituzione di protocolli per la produzione delle cellule dopaminergiche”, afferma Malin Parmar che ha condotto lo studio che è parte dell’ EU network NeuroStemcellRepair, presso l’Università di Lund.
Per gli esperimenti, Lund ed il suo team hanno utilizzato moderni studi di espressione genica globale per comprendere meglio il percorso che porta una cellula staminale a diventare un neurone dopaminergico. La ricerca è stata realizzata in stretta collaborazione con un team di scienziati del Karolinska Institute e con il Prof. Thomas Perlmann. Questo secondo studio getta nuova luce su come i neuroni dopaminergici si formano durante lo sviluppo e su ciò che li rende diversi da altri neuroni simili e vicini.
Inoltre, questa nuova conoscenza ha consentito lo sviluppo di un processo di differenziazione aerodinamico che ha portato alla produzione di neuroni dopaminergici di alta qualità.
“Abbiamo identificato un insieme specifico di marcatori che sono correlati alla funzione e ad un alto rendimento dei neuroni dopaminergici prodotti da cellule staminali che saranno utilizzate per il trapianto in modelli animali della malattia di Parkinson. Guidati da queste informazioni, abbiamo sviluppato metodi migliori e più accurati per la produzione di cellule dopaminergiche per uso clinico”, dice il primo autore dello studio, Agnete Kirkeby.
I nuovi risultati, pubblicati in due articoli in Cell Stem Cell, lanciano la terapia con le cellule staminali per la malattia di Parkinson verso l’applicazione clinica. I primi trapianti dovrebbero essere realizzati tra pochi anni.
Fonte: University of Lund