HomePrimo pianoOssigenoterapia iperbarica: rallenta davvero l'invecchiamento?

Ossigenoterapia iperbarica: rallenta davvero l’invecchiamento?

(Ossigenoterapia iperbarica-Immagine:il paziente riposa all’interno di una camera di ossigenoterapia iperbarica (HBOT). Credito immagine: Pxfuel.com, licenza gratuita).

Recentemente l’ossigenoterapia iperbarica sta ottenendo molta attenzione in tutto il mondo. Non è una nuova tecnologia ed è in circolazione da diversi decenni. Tuttavia, negli ultimi anni questo metodo terapeutico è riemerso con opzioni completamente nuove (non ancora ufficialmente approvate) della sua applicazione pratica, attirando l’interesse di diverse comunità scientifiche e pazienti.

La promessa di fermare e persino invertire il processo di invecchiamento è il principale motore di questa tendenza. Diversi studi hanno notato risultati positivi associati all’uso terapeutico dell’ossigenoterapia iperbarica (HBOT), indicandola come una misura che potrebbe essere utilizzata per guarire ferite croniche, promuovere la riparazione complessiva dei tessuti e persino aumentare la lunghezza dei telomeri. Uno degli ultimi studi ha anche concluso che l’HBOT potrebbe essere efficacemente utilizzata non solo per fermare o prevenire, ma anche invertire i meccanismi biologici alla base della demenza di Alzheimer.

Fino ad ora, una modalità efficace di trattamento della demenza di Alzheimer ha costantemente eluso grandi sforzi volti a controllare gli accumuli di proteine ​​Tau nel cervello o ricerche che cercano di affrontare le corrette composizioni del microbioma intestinale. Quindi questa malattia correlata all’invecchiamento può essere trattata in un modo semplice come cambiare semplicemente la pressione atmosferica ambientale e manipolare le proporzioni di ossigeno somministrato a un paziente?  

Naturalmente, le conclusioni di quest’ultima ricerca hanno suscitato molti accesi dibattiti. Alcuni grandi enti di ricerca scientifica, tra cui la SENS Research Foundation, hanno ufficialmente avvertito di non interpretare erroneamente le affermazioni “sull’inversione dell’età” che stanno attualmente circolando nei media. Il loro punto è che i risultati effettivi di questo particolare gruppo di ricerca erano molto più limitati di quanto spesso vengano descritti dai giornalisti. La SENS Research Foundation mette in dubbio le dimensioni inadeguate del campione di pazienti e i loro criteri di selezione, i possibili errori di laboratorio e anche (potenzialmente) ipotesi statistiche errate e una progettazione scientifica complessiva debole dell’esperimento, tutti fattori che potrebbero essere diventati una fonte di pregiudizi scientifici.

Per ora è difficile dare una risposta conclusiva. In primo luogo, va notato chiaramente che l’ossigenoterapia iperbarica non è una terapia di “invecchiamento inverso”, “anti-invecchiamento” o di “ringiovanimento”. Molte fonti di notizie potrebbero aver interpretato erroneamente l’uso e l’effetto di questa tecnologia, almeno in una certa misura.

Gli autori dell’ultimo studio sembrano aver lasciato molto spazio a tali speculazioni, perché le affermazioni che presentano sono a volte contraddittorie. Ad esempio, l’anno scorso hanno affermato che la stessa terapia HBOT funziona a livello cellulare-molecolare di base. In un annuncio successivo fanno notare che i meccanismi cellulari dell’invecchiamento non sono stati migliorati, ma la terapia HBOT stava solo “attivando capacità rigenerative che il nostro corpo già possiede”, attraverso un miglioramento temporaneo della funzione del cervello e dei vasi sanguigni che inevitabilmente diventano danneggiato a causa dei normali processi di invecchiamento.

Vedi anche:COVID 19: l’ossigenoterapia danneggia il microbioma polmonare nei topi

Ciò significa che è possibile evitare (almeno in parte) la comparsa di un declino cognitivo che si manifesta prevalentemente in età avanzata e l’ossigenoterapia iperbarica potrebbe essere una delle possibili misure per raggiungere questo obiettivo. È di fondamentale importanza notare che la terapia HBOT non cambia l’età cronologica a livello cellulare di base e che le affermazioni di questo ultimo studio degli scienziati TAU dovrebbero essere verificate in dettaglio.

Probabilmente siamo ancora molto lontani dal curare l’invecchiamento alle sue radici biologiche. Anche se è molto bello vedere che la ricerca e le discussioni relative alle applicazioni pratiche nel campo della scienza anti-invecchiamento stanno guadagnando più attenzione.

Fonte:Technology

Newsletter

Tutti i contenuti di medimagazine ogni giorno sulla tua mail

Articoli correlati

In primo piano