I raggi UV rappresentano il fattore di rischio più importante associato con il melanoma. Circa il 65% dei melanomi in tutto il mondo può essere attribuito all’esposizione ai raggi UV, ma per quanto riguarda l’altro 35%?
“Lo sviluppo del melanoma è multifattoriale e ci sono innumerevoli fattori biologici, culturali e geografici che operano al di là del nostro controllo”, ha sottolineato la Prof.ssa Veronique del Marmol, MD della Université Libre de Bruxelles, durante la conferenza stampa EADV a Copenaghen, oggi.
Al fine di definire i fattori di rischio collegati al melanoma non indotto dai raggi UV, dobbiamo chiarire che cosa è il melanoma non UV correlato e quali sono i suoi possibili fattori di rischio. Utilizzando la definizione dell’OMS, ” un fattore di rischio è una specifica condizione che risulta statisticamente associata ad una malattia e che pertanto si ritiene possa concorrere alla sua patogenesi, favorirne lo sviluppo o accelerarne il decorso. Un fattore di rischio non è pertanto un agente causale, ma un indicatore di probabilità che lo stesso possa associarsi ad una determinata condizione clinica; la sua assenza non esclude la comparsa della malattia, ma la sua presenza, o la compresenza di più fattori di rischio, aumenta notevolmente il rischio di malattia”.
Un fattori di rischio può essere di due tipi: intrinseco o estrinseco.
Fattore di rischio intrinseco: mutazione somatica e germinale
Circa il 10% di tutti i melanomi hanno un’ origine familiare relativa a una mutazione germinale (che è ereditabile a causa della sua presenza in ovulo o sperma), piuttosto che una mutazione somatica (che non è ereditabile ed è acquisita durante l’arco della vita). Prima del 2011, erano state definite solo due mutazioni germinali maggiori, CDNK2 e CD4 corrispondenti al 40% di tutte le origini familiari di melanoma. Da allora, le nuove tecnologie di sequenziamento genomico hanno permesso l’identificazione di più mutazioni germinali. Ognuna di queste mutazioni rappresenta meno dell’1% di tutti i cluster familiari di melanoma (BAP1, TERT, MITF, ACD, POT1 e TERF221P), il che significa che circa la metà di tutte le famiglie a rischio di melanoma devono ancora essere identificate.
Diversi percorsi che normalmente svolgono un ruolo nella crescita e sopravvivenza cellulare sono stati recentemente identificati. Le mutazioni nei percorsi (ad esempio BRAF, ANR, MITF) possono provocare il cancro. Pertanto, l’individuazione di percorsi e mutazioni tipiche è in grado di fornire l’opportunità di sviluppare terapie mirate e ha già cambiato il panorama terapeutico. Ma i meccanismi con cui avvengono queste mutazioni sono ancora sconosciuti.
Fattori di rischio estrinseci: mutazioni epigenetiche
La sovraespressione di RNA non codificante (Mir-21) è una caratteristica molecolare comune del melanoma maligno. Mir-21 può interagire con l’espressione genica e svolge un ruolo cruciale nella regolazione di circuiti che coinvolgono interruttori epigenetici necessari per la trasformazione delle cellule tumorali. Pertanto, queste modifiche epigenetiche forniscono un collegamento a fattori ambientali o stile di vita, relativi al rischio. Non solo irradiazione UV, ma anche sostanze chimiche nocive, l’inquinamento atmosferico, il fumo, l’infiammazione cronica, la nutrizione, l’obesità e stili di vita sedentari, possono causare una sovraespressione di miR-21 e sono quindi proposti come fattori di rischio per lo sviluppo del melanoma maligno. Anche il latte di mucca è stato indicato tra i fattori di rischio per lo sviluppo del melanoma perche miR-21 bovina, un predominante miR costituente del latte di mucca, è identico a miR-21 umano.
Un altro fattore di rischio che è stato recentemente individuato, è l’uso di farmaci contro l’impotenza come Sidenafil, un inibitore del percorso PDE5A (Il sildenafil arresta un enzima chiamato fosfodiesterasi 5 o PDE5A). E’ possibile che i farmaci che inibiscono il percorso PDE5A, possano promuovere la formazione del melanoma. E’ stato dimostrato che gli utenti di sildenafil avevano un rischio significativamente elevato di melanoma invasivo.
“Anche se i melanomi non collegati ai raggi UV sono rari, sono spesso fatali a causa di una diagnosi tardiva e perché ci sono meno opzioni terapeutiche per questi particolari sottotipi della malattia”, spiega il prof del Marmol. «Dobbiamo essere consapevoli che altri fattori, rischi, quali lo stile di vita, farmaci o sostanze inquinanti, possono giocare un ruolo nello sviluppo di queste neoplasie”.
Fonte:http://www.todaytopics.com/always-the-sun-other-factors-might-increase-the-risk-of-melanoma/43260/