Immagine:Anqi Qiu. Crediti: 2025 Ufficio Ricerca e Innovazione, Università Politecnica di Hong Kong
Il costo cerebrale nascosto dell’obesità: uno studio rivoluzionario rivela gli impatti a lungo termine.
Una nuova ricerca rivela che i modelli di obesità a lungo termine influenzano significativamente la struttura, la funzione e le funzioni cognitive del cervello, con un’obesità stabile o in aumento collegata a un maggiore declino neurologico. Utilizzando i dati della UK Biobank, lo studio sottolinea che ridurre la gravità e la durata dell’obesità può contribuire a preservare la salute del cervello e a rallentarne l’invecchiamento.
Secondo uno studio su larga scala, l’obesità a lungo termine è collegata al progressivo declino cerebrale, mentre la riduzione dell’obesità aiuta a preservare la salute del cervello.
Con il continuo aumento dei tassi di obesità a livello globale, comprenderne gli effetti sulla struttura del cervello e sulle funzioni cognitive è diventato sempre più importante. La relazione tra obesità e salute cerebrale è complessa e sfaccettata e richiede un’indagine approfondita sui meccanismi neurali sottostanti.
Il Professor Anqi Qiu, del Dipartimento di tecnologie sanitarie e informatica presso la Hong Kong Polytechnic University (PolyU) e Global STEM Scholar, ha condotto una ricerca rivoluzionaria per chiarire in che modo l’obesità influisce sulla salute cerebrale e cognitiva negli adulti.
Sebbene sia noto che l’obesità influisce sul cervello, il suo impatto a lungo termine, in particolare il modo in cui i modelli di obesità nel tempo influenzano l’invecchiamento cerebrale e il declino cognitivo, rimane poco compreso. La maggior parte degli studi attuali si basa su dati trasversali, limitando la capacità di distinguere tra obesità persistente e temporanea. Inoltre, non è chiaro se diverse traiettorie dell’obesità abbiano effetti distinti sulla struttura e sulla funzione cerebrale.
La ricerca della Prof.ssa Qiu colma queste lacune critiche conducendo un’analisi longitudinale completa delle traiettorie dell’obesità. Il suo lavoro fornisce nuove informazioni su come i modelli di obesità a lungo termine siano correlati ai cambiamenti nell’anatomia cerebrale e nelle prestazioni cognitive, offrendo una comprensione più accurata dell’impatto duraturo dell’obesità sulla salute cerebrale.
Modelli distinti di obesità e i loro effetti cognitivi
Basandosi su misurazioni multidimensionali dell’obesità provenienti dalla UK Biobank, lo studio identifica cinque distinte traiettorie dell’obesità: bassa-stabile, moderata-stabile, alta-stabile, crescente e decrescente. In particolare, lo studio esamina come questi modelli di obesità influenzino la morfologia, la funzionalità e le capacità cognitive del cervello negli adulti di mezza età e negli anziani, offrendo approfondimenti sui loro effetti neurologici a lungo termine.
In particolare, gli individui con traiettoria decrescente hanno mostrato effetti avversi minimi sulla struttura cerebrale e sulle prestazioni cognitive rispetto a quelli del gruppo a bassa stabilità. Al contrario, le traiettorie crescenti, moderatamente stabili e altamente stabili sono state associate a un deterioramento progressivamente maggiore della struttura cerebrale, della connettività funzionale e delle capacità cognitive. Nello specifico, questi effetti avversi hanno avuto origine nelle regioni fronto-mesolimbiche per la traiettoria crescente, si sono estesi alle regioni parietali e temporali nel gruppo moderatamente stabile e, infine, hanno portato ad anomalie cerebrali diffuse nel gruppo ad alta stabilità.
Implicazioni per la pratica clinica e l’invecchiamento cerebrale
La ricerca evidenzia la relazione dinamica tra la progressione dell’obesità e la salute cognitiva cerebrale, sottolineando l’importanza clinica del monitoraggio e della gestione a lungo termine dell’obesità attraverso un approccio multiforme. Rivela un modello distinto e progressivo di deterioramento cerebrale legato all’obesità, suggerendo che l’obesità persistente possa accelerare l’invecchiamento cerebrale. Questi risultati indicano che l’obesità persistente potrebbe fungere da potenziale biomarcatore per la valutazione dell’invecchiamento cerebrale. Pertanto, ridurre sia la gravità che la durata dell’esposizione all’obesità può essere cruciale per preservare la salute cerebrale.
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Astratto
“Sebbene l’obesità sia stata implicata nella salute cerebrale e cognitiva, l’effetto delle traiettorie longitudinali dell’obesità sull’invecchiamento cerebrale e cognitivo rimane insufficientemente compreso. In questo studio, utilizzando misurazioni multidimensionali dell’obesità provenienti dalla UK Biobank, abbiamo identificato cinque distinte traiettorie dell’obesità: bassa-stabile, moderata-stabile, alta-stabile, crescente e decrescente. Abbiamo osservato che gli individui nella traiettoria decrescente mostravano minimi effetti avversi sulla struttura cerebrale e sulle prestazioni cognitive, rispetto alla traiettoria bassa-stabile (bassi livelli di obesità nel tempo). Al contrario, le traiettorie crescente e moderata- e alta-stabile erano associate a compromissioni progressivamente maggiori della morfologia cerebrale, della connettività funzionale e delle capacità cognitive. Nello specifico, gli effetti avversi si estendevano dalle regioni fronto-mesolimbiche nella traiettoria crescente alle regioni parietali e temporali nella traiettoria moderata-stabile, culminando in diffuse anomalie cerebrali nel gruppo ad alta stabilità. Questi risultati evidenziano la relazione dinamica tra l’evoluzione dell’obesità e la salute cognitiva del cervello, sottolineando l’importanza clinica del monitoraggio e della gestione a lungo termine dell’obesità attraverso un approccio multiforme”.