La scoperta di un nuovo potenziale trattamento. potrebbe ridurre i sintomi debilitanti di chi soffre di malattia polmonare legata al fumo. Lo studio, dai ricercatori dell’Universita di Melbourne, Royal Melbourne Hospital in Australia, Brigham and Women’s Hospital, Haward Medical School negli Stati Uniti, potrebbe naturalmente migliorare e rallentare la progressione della BPCO, broncopneumopatia cronica ostruttiva, che include l’incurabile condizione di enfisema. La BPCO è una malattia progressiva che rende difficile la respirazione ed è causata da fumo eccessivo. Il team internazionale ha rilevato che la proteina SAA, svolge un ruolo chiave nei processi infiammatori crfonici e danni polmonari, nella BPCO e inibisce anche lo sforzo naturale del polmone di ripararsi dai danni del fumo. La ricerca è stata pubblicata negli Atti della National Academy of Science. I ricercatori sostengono che la scoperta potrebbe diventare un duplice trattamento per migliorare la funzione polmonare in qualsiasi fase della BPCO. Il ruolo di SAA, che non solo causa l’infezione, ma ostacola la guarigione naturale del polmone, spiega perchè l’infiammazione non si risolve, nonostante il paziente smetta di fumare. La scoperta potrebbe portare allo sviluppo di un duplice trattamento: da un lato il targeting SAA per spegnere la sua funzione nel polmone, dall’altro l’aggiunta di un agente in forma sintetica per promuovere la naturale guarigione del polmone. Lo sviluppo clinico di un agente sintetico è attualmente in studio negli Stati Uniti. Il trattamento proposto potrebbe anche migliorare l’efficacia dell’uso di steroidi nella terapia della BPCO. Gli steroidi, utilizzati per la cura di altre malattie polmonari come l’asma, disattivano la produzione di sostanze infiammatorie, ma la recente scoperta mostra che non bloccano la produzione di SAA e quindi l’infiammazione nel polmone. Il nuovo trattamento andrà in sperimentazione clinica nei prossimi sette anni.
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