“Un nuovo farmaco migliora drasticamente il tasso di sopravvivenza delle giovani donne con la forma più comune di cancro al seno”, hanno riferito ieri i ricercatori, citando i risultati di una sperimentazione clinica internazionale.
I risultati, presentati alla riunione annuale dell’American Society of Clinical Oncology a Chicago, hanno dimostrato che l’utilizzo di un farmaco noto come inibitore della ciclina, chiamato ribociclib, ha aumentato i tassi di sopravvivenza: dopo 48 mesi di terapia la sopravvivenza era del 70,2 per cento, mente quella delle pazienti curate con la terapia standard era del 46 per cento.
Possono usufruire del trattamento con ribociclib le donne con tumore sensibile agli ormoni estrogeni, ma negativo per un particolare recettore presente sulla superficie delle sue cellule chiamato Her2.
La principale autrice Sara Hurvitz, ha dichiarato all’AFP che lo studio si concentra sul carcinoma mammario positivo ai recettori ormonali, un tipo di cancro che rappresenta i due terzi di tutti i casi di cancro al seno tra le donne più giovani e in passato è stato generalmente trattato con terapie che bloccano la produzione di estrogeni.
“In realtà si può ottenere una sinergia o una risposta migliore, una migliore eliminazione del cancro, aggiungendo uno di questi inibitori del ciclo cellulare alla soppressione degli ormoni”, ha spiegato Hurvitz.
Il trattamento è meno tossico rispetto alla chemioterapia tradizionale perché indirizza più selettivamente le cellule cancerose, bloccandone la capacità di moltiplicazione.
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Lo studio clinico internazionale, denominato MONALEESA-7 che ha esaminato più di 670 casi, comprendeva solo le donne di età inferiore ai 59 anni che avevano avanzato stadio di cancro quattro e che non avevano ricevuto una precedente terapia di blocco degli ormoni.
“Queste sono pazienti che tendono a essere diagnosticate più tardi, in una fase successiva della loro malattia, perché non abbiamo grandi modalità di screening per le giovani donne”, ha detto Hurvitz.
“C’è una chiara differenza a favore dell’aggiunta di questo nuovo farmaco al regime: lo studio conferma il valore dell’approccio terapeutico in queste donne più giovani che hanno questo tipo aggressivo di cancro al seno”, ha affermato J. Leonard Lichtenfeld, MD, responsabile medico e ufficiale scientifico per l’American Cancer Society.
Anche se estendere la sopravvivenza alle donne con questi tumori della mammella spesso incurabili è certamente un grande passo, attualmente l’uso di inibitori della ciclina nel trattamento del cancro spesso non è considerato “curativo”, piuttosto è considerato estensivo anche se e spesso gli inibitori della ciclina hanno meno effetti collaterali rispetto a molti chemioterapici convenzionali.
Ribociclib, commercializzato da Novartis come Kisqali, è uno dei tre inibitori della ciclina approvati dalla FDA che bloccano le proteine che controllano la divisione cellulare. Il primo di questi, Palbociclib (Ibrance di Pfizer), è stato approvato dalla FDA nel 2015 ed è attualmente autorizzato per l’uso in diversi tipi di cancro.
L’oncologo Harold Burstein, che non è stato coinvolto nella ricerca, ha dichiarato che lo studio è molto importante perchè ha stabilito che l’uso di inibitori della ciclina “si traduce in un significativo beneficio di sopravvivenza per le donne“.
Burstein è ricercatore del Dana-Farber Cancer Institute di Boston.
La ricerca ha ricevuto finanziamenti dalla società farmaceutica Novartis.
“Speriamo che questi dati consentiranno l’accesso a questo prodotto a più donne in tutto il mondo”, ha aggiunto Burstein.