Un nuovo farmaco ha arrestato con successo la progressione del linfoma di Hodgkin in pazienti resistenti ai trattamenti, dopo il trapianto con cellule staminali, secondo uno studio di fase III.
L’autore dello studio, il dottor Craig Moskowitz, un professore di medicina presso il Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York, NY ed il suo team, hanno pubblicato i loro risultati in The Lancet.
Il linfoma di Hodgkin è un tumore che colpisce i linfociti ed è il tipo più comune di cancro del sangue tra gli adulti di 15/35 anni di età. I trattamenti primari di questa condizione sono la chemioterapia e la radioterapia. Molti pazienti rispondono ai trattamenti mentre in altri il tumore ritorna entro pochi mesi. Per i pazienti difficili da trattare, la chemioterapia ad alte dosi, combinata con il trapianto autologo di cellule staminali ( ASCT), rappresenta una soluzione. Tuttavia anche dopo questo trattamento, circa la metà dei pazienti non rispondono alle cure e hanno una ricaduta.
Nel loro studio di fase 3, il dottor Moskowitz e colleghi hanno cercato di verificare se un farmaco chiamato vedotin brentuximab (BV), somministrato a dopo il trapianto di cellule staminali, poteva prevenire la progressione del linfoma di Hodgkin.
BV è un anticorpo che si attacca ad una proteina chiamata CD30, che si trova sulla superficie delle cellule del linfoma di Hodgkin. Aderendo a questa proteina, BV ha la capacità di fornire un forte farmaco chemioterapico direttamente alle cellule tumorali, uccidendole.
Il 65% dei pazienti con linfoma di Hodgkin trattati con BV non ha avuto progressione della malattia 2 anni dopo il trapianto di cellule staminali
I ricercatori hanno arruolato 329 pazienti di età compresa tra 18 anni e più anziani, con linfoma di Hodgkin che erano ad alto rischio di progressione della malattia o recidiva dopo ASCT.
Dopo aver subito il trapianto autologo di cellule staminali (ASCT), i pazienti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere 16 cicli di infusioni endovenose di vedotin brentuximab ogni 3 settimane o un placebo.
Il team ha scoperto che a 2 anni dopo il trattamento, il 65% dei pazienti che hanno ricevuto BV non ha avuto progressione del cancro rispetto al 45% dei pazienti che hanno ricevuto il placebo. In media, i pazienti trattati con BV sono sopravvissuti per 43 mesi senza progressione di malattia, rispetto al solo 24 mesi di coloro che hanno ricevuto il placebo.
Dal momento che è improbabile che i pazienti possano avere una ricaduta 2 anni dopo il trattamento ASCT, il Dr Moskowitz afferma che quasi tutti i pazienti senza progressione della malattia durante il periodo di follow-up, possono essere guariti.
Il team di ricerca sostiene che il farmaco è stato generalmente ben tollerato.
Commentando i risultati, il dottor Moskowitz dice:
“La conclusione è che BV è un farmaco molto efficace nel linfoma di Hodgkin a basso rischio e risparmia ai pazienti gli effetti nocivi di ulteriore chemioterapia tradizionale, abbattendo dall’interno la cellula tumorale con conseguente minore tossicità.
Nessun farmaco disponibile oggi, ha avuto risultati così drastici in pazienti con linfoma di Hodgkin, difficili da trattare”.
Fonte:Brentuximab vedotin as consolidation therapy after autologous stem-cell transplantation in patients with Hodgkin’s lymphoma at risk of relapse or progression (AETHERA): a randomised, double-blind, placebo-controlled, phase 3 trial, Craig Moskowitz, et al., Lancet, published online 19 March 2015, abstract.