Nuovi dispositivi chiamati retriever stent, hanno rivoluzionato il trattamento di alcuni pazienti colpiti da ictus ischemico, secondo un articolo pubblicato dalla rivista Expert Review of Neurotherapeutics.
“Retrievers stent sono un importante passo avanti nella cura dell’ ictus ischemico acuto e avranno un impatto significativo sull’evoluzione delle strategie di trattamento di questa patologia”, secondo i neurologi Rick Gill, MD e Michael J. Schneck, del Dipartimento di Neurologia della Loyola University Chicago Stritch School of Medicine.
L’ ictus ischemico, causato da coaguli che bloccano il flusso di sangue in una parte del cervello, rappresenta l’ 80% dei casi di ictus. In pazienti selezionati, i nuovi dispositivi retriever stent possono essere utilizzati per rimuovere tali coaguli.
( Vedi anche:Nuova molecola potrebbe ridurre significativamente i danni causati dall’ictus).
I ricercatori della Loyola hanno usato il nuovo dispositivo in 34 pazienti nel 2015 e in 21 pazienti nel corso dei primi sei mesi del 2016.
Un retriever stent è un tubo di rete autoespandente attaccato ad un filo, che viene inserito in un catetere (tubicino sottile). Lo specialista endovascolare inserisce il catetere in un’arteria nell’inguine e guida il catetere attraverso i vari vasi sanguigni, fino al cervello.
Una volta che il catetere raggiunge il blocco, lo specialista endovascolare aziona il retriver stent. Il dispositivo spinge il coagulo gelatinoso contro la parete del vaso sanguigno, ripristinando immediatamente il flusso sanguigno. Il retriever stent viene quindi usato per afferrare il coagulo che viene rimosso.
“Con l’avvento dei dispositivi retriever stent, vi è stato un cambiamento di paradigma nell’utilizzo di terapie endovascolari per l’ictus ischemico acuto”, scrivono il Dott. Gill e Schneck.(Endovascolare si riferisce a un intervento chirurgico catetere-based.)
I ricercatori descrivono come l’attuale generazione di stent, tra cui i dispositivi TREVO e Solitaire, sono notevolmente migliorati rispetto ai dispositivi precedenti che hanno impiegato una tecnologia diversa. Le prove dimostrano costantemente che questi dispositivi recenti sono chiaramente superiori agli attivatori tissutali del plasminogeno per via endovenosa (tPA), per il trattamento dell’ictus.
” Gli attivatori del plasminogeno sono delle sostanze appartenenti al gruppo dei farmaci fibrinolitici. Sono in grado di stimolare la formazione della plasmina, enzima in grado di proteggere l’organismo dalla formazione di eventuali occlusioni all’interno dei vasi sanguigni distruggendo alcune strutture presenti nel sangue come la fibrina (proteina utilizzata nella coagulazione del sangue) e i trombi (masse solide formate da fibrina, piastrine, globuli bianchi e globuli rossi, che si possono formare nei vasi sanguigni).
Il farmaco trombolitico tPA è in grado di ripristinare il flusso di sangue e limitare i danni da ictus se somministrato entro 4,5 ore dall’inizio dell’evento e se il coagulo è abbastanza piccolo. (Se il paziente ha più di 80 anni, il tempo di azione si riduce a tre ore). Ma in molti pazienti, i tPA non sono efficaci. In tali pazienti, gli stent retriever possono essere utilizzati per rimuovere il coagulo.
Il Drs. Gill e Schneck prevedono miglioramenti futuri dei dispositivi che saranno ancora più efficaci nel ripristinare il flusso di sangue e potranno beneficiare un numero più ampio di pazienti
Fonte: .Taylor&Francis