HomeSaluteCervello e sistema nervosoNuove speranze per il trattamento della sclerosi multipla

Nuove speranze per il trattamento della sclerosi multipla

La comprensione scientifica moderna considera la sclerosi multipla (MS)  una malattia controllata dalle cellule T, un tipo di globuli bianchi. La ricerca ha dimostrato che nella SM, le cellule T, in modo inappropriato, attaccano la mielina, lo strato protettivo di grasso che copre i nervi nel sistema nervoso centrale, esponendoli a danni.

Studi emergenti hanno anche scoperto che le cellule B, un altro tipo di globuli bianchi che erano state precedentemente trascurate nella sclerosi multipla, contribuiscono in modo significativo alla malattia. Recenti studi clinici hanno rivelato che la terapia di deplezione delle cellule B (BCDT) nelle persone con SM recidivante-remittente ha portato a cali significativi della “nuova attività” della malattia. Ma come le cellule B contribuiscono alla malattia ed i meccanismi molecolari coinvolti nel beneficio di BCDT non è stato completamente chiarito.

Lo studio del Dr. Amit Bar-Or del Montreal Neurological Institute and Hospital e colleghi, pubblicato nel numero di ottobre da Science Translational Medicine, fornisce una innovativa comprensione del ruolo delle cellule B e della loro complessa interazione con altre cellule immunitarie nel contesto della sclerosi multipla.

“Abbiamo recentemente scoperto che esistono diversi tipi di cellule B umane. Alcune cellule B hanno dimostrato di promuovere l’infiammazione, mentre altre sono effettivamente in grado di limitare l’infiammazione. Il nostro studio ha coinvolto un sottogruppo di cellule B, le GM-CSF  (granulocyte-macrophage colony-stimulating factor), come un fattore chiave nelle cellule pro-infiammatorie  in gioco nella SM “, ha spiegato il Dr. Amit Bar-Or, dell’ Experimental Therapeutics Program and Scientific Director della Clinical Research Unit a Montreal, oltre che autore senior dello studio.

Lo studio ha esaminato in primo luogo campioni di pazienti affetti da SM paragonandoli ai soggetti sani. I ricercatori hanno scoperto che le cellule B che producono GM-CSF sono più inclini all’attivazione nei pazienti con SM. Questo sottoinsieme di cellule B era in grado di attivare risposte pro-infiammatorie del sistema immunitario alle cellule mieloidi.

Confermando questi risultati nei pazienti, i ricercatori hanno scoperto che, dopo la deplezione delle cellule B, le cellule mieloidi sono risultate molto meno pro-infiammatorie, suggerendo che la Therapia BCDT può funzionare in parte grazie alla riduzione del numero di GM-CSF prodotte dalle cellule B e,a sua volta, limita il contributo delle cellule T sulle cellule mieloidi, nella nuova attività della malattia.

“Lo studio è importante perchè la scoperta di un nuovo modo in cui le cellule B possono contribuire a risposte immunitarie anomale nella SM rafforza il razionale uso della terapia con deplezione delle cellule B. Inoltre, una migliore identificazione del particolare sottoinsieme di cellule B  responsabili della” nuova attività” della malattia, ci permette di cercare una strategia terapeutica più selettiva che mira le “cattive cellule B”,  lasciando intatte le “buone cellule B”. Questo è molto importante perché le cellule B normalmente giocano un ruolo chiave nel nostro sistema immunitario, così terapie più selettive offrono la prospettiva di diminuire il rischio di compromettere il sistema immunitario dei pazienti ,nel lungo periodo”.

Si stima che 100.000 canadesi vivono con la sclerosi multipla; non esiste attualmente alcuna cura per la malattia. Questo studio mostra la promessa per lo sviluppo della prossima generazione di trattamenti mirati che potrebbero un giorno fornire una cura per questa malattia debilitante.

Fonte:http://medicalxpress.com/news/2015-10-treatment-multiple-sclerosis.html

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