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Nuove lenti a contatto aiutano a prevenire la sindrome dell’occhio secco

Lenti a contatto-Immagine Credit Public Domain-

Un team del Terasaki Institute for Biomedical Innovation (TIBI) ha creato un rivoluzionario prototipo di lenti a contatto volto a combattere la sindrome dell’occhio secco indotto dalle lenti a contatto (CLIDE)Questo innovativo design della lente aiuta ad alleviare la CLIDE promuovendo il flusso lacrimale attraverso il normale battito delle palpebre. Questo sviluppo ha il potenziale per alleviare il disagio, i problemi di vista e i rischi di infiammazione affrontati da milioni di portatori di lenti a contatto che soffrono di CLIDE.

Dei 140 milioni di persone in tutto il mondo che indossano lenti a contatto, tra il 30% e il 50% sperimenta la CLIDE, una sindrome che si verifica a causa di un flusso inadeguato di lacrime dalla superficie esterna della lente a contatto alla superficie interna, con conseguente eccessiva evaporazione lacrimale e sintomi associati.

I trattamenti attuali per questa condizione includono gocce, gel o lubrificanti per la riumidificazione, sostituzione più frequente della lente o modifiche del materiale della lente. Esistono anche trattamenti per le palpebre, come il massaggio delle palpebre e impacchi caldi. Nei casi più gravi può essere utilizzata la stimolazione fisica delle ghiandole lacrimali, così come l’uso di punctum plugs, dispositivi inseriti nei condotti lacrimali per bloccare il drenaggio. L’efficacia varia tra questi trattamenti, tuttavia, potrebbero esserci anche accumuli potenzialmente dannosi di farmaci nel corpo e i metodi non intuitivi contribuiscono alla non conformità del paziente.

Lenti a contatto microfluidiche per affrontare la secchezza oculare indotta da lenti a contatto

Lenti a contatto-Immagine: gli scienziati hanno sviluppato un prototipo di lente a contatto appositamente progettato per prevenire l’occhio secco indotto dalle lenti a contatto. Credito: Istituto Terasaki per l’innovazione biomedica.
Ci sono stati anche precedenti tentativi di utilizzare lenti a contatto nel trattamento della sindrome dell’occhio secco, come lenti rivestite di grafene progettate per ridurre al minimo la perdita di umidità e lenti autoidratanti stimolate con elettrodi metallici. Ma questi metodi sono costosi e poco pratici e possono compromettere la sicurezza e il comfort del paziente.

L’approccio del team TIBI utilizza un design delle lenti a contatto che incorpora microcanali per facilitare il movimento e il flusso del flusso lacrimale in modo da evitare l’occhio secco. Questo flusso può essere ottenuto mediante la pressione applicata dal normale battito delle palpebre in modo che non siano necessari dispositivi esterni.

Nel fabbricare il prototipo della lente a contatto, il team ha utilizzato un metodo che fa risparmiare tempo: lo stampo della lente è stato realizzato con una miscela di polimeri di silicone; ciò ha consentito una facile rimozione della lente fusa su di essa piegando delicatamente lo stampo. I metodi precedenti richiedevano dodici ore di immersione in acqua calda per rimuovere la lente. L’approccio ha prodotto microcanali lisci e di alta qualità, oltre a lenti che potevano essere trenta volte più sottili delle lenti precedenti. È stato utilizzato un dispositivo personalizzato per fabbricare serbatoi alle estremità di ciascun microcanale per l’afflusso e il deflusso dei liquidi.

Tecniche innovative sono state utilizzate anche durante l’incapsulamento dei microcanali in un assemblaggio simile a un sandwich sotto uno strato di lente di copertura. Inizialmente, la preparazione delle due superfici delle lenti per un legame più forte ha disidratato le lenti, provocandone l’arricciamento. Questo problema è stato risolto fissando le due lenti ai supporti mediante colla idrosolubile. Ciò serviva non solo a consentire un incollaggio più uniforme delle lenti, ma le proteggeva anche dai danni.

Vedi anche:Lenti a contatto riutilizzabili: più del triplo il rischio di rare infezioni oculari

Dopo aver testato rigorosamente le loro lenti a microcanali incapsulate per verificarne stabilità e perdite, le lenti sono state sottoposte a una serie di esperimenti utilizzando un dispositivo che il team ha progettato per simulare l’ammiccamento delle palpebre. Questo dispositivo è stato integrato con il prototipo della lente per creare una pressione palpebrale artificiale sulla lente per stimolare il flusso lacrimale.

Dopo vari esperimenti, una configurazione che si è rivelata efficace era quella dei microcanali con sezioni trasversali quadrate disposte in un nuovo schema circolare sulla superficie della lente; questo era compatibile con la funzione e la curvatura della lente e consentiva un flusso ottimale del liquido.

Il team ha dimostrato una convalida proof-of-concept della capacità di queste lenti di guidare il flusso lacrimale proveniente dalla superficie della lente verso la parte inferiore della lente per combattere la sindrome dell’occhio secco. Il team ha quantificato questi flussi e ha stabilito che i flussi erano guidati da livelli di bassa pressione come quelli del normale battito delle palpebre. Potrebbero essere ideati ulteriori esperimenti per testare queste lenti su modelli animali e su pazienti.

“I metodi che il nostro team ha impiegato nello svilupppo di queste lenti a contatto innovative offrono una potenziale soluzione per milioni di persone”, ha affermato Ali Khademhosseini, Direttore e CEO di TIBI.

Fonte:Small 

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