Immagine: a sinistra cellule del cancro al fegato non trattate, a destra cellule del cancro al fegato trattate con (dsRNA). Credit: UC san Diego Health.
Il cancro al fegato primario è oggi la seconda causa principale della morte correlata al cancro in tutto il mondo e le sue incidenze e mortalità stanno aumentando rapidamente negli Stati Uniti. Nelle fasi finali della malignità, non esistono trattamenti o farmaci efficaci. Tuttavia, una scoperta inaspettata fatta da un team di ricercatori della University of California San Diego School of Medicine, mette in luce lo sviluppo di una nuova strategia per la prevenzione del cancro al fegato.
( Vedi anche:Come l’ infiammazione cronica promuove il cancro al fegato).
Mentre studiavano i meccanismi patogeni del cancro al fegato, i ricercatori hanno scoperto che un RNA a doppio filamento sintetico (dsRNA) comunemente usato, aumenta fortemente una varietà di funzioni immunitarie innate anti-tumorali. Essi suggeriscono che questo RNA a doppio filamento sintetico (dsRNA) ha il potenziale per lo sviluppo di un vaccino per prevenire il cancro al fegato in soggetti ad alto rischio.
“Il fegato ha una tolleranza immunitaria unica, per cui i trattamenti esistenti, inclusa l’immunoterapia, hanno pochi o alcun effetto duraturi sul cancro al fegato”, ha dichiarato Gen-Sheng Feng, Professore di patologia e biologia molecolare alla UC San Diego e autore senior dell’articolo. “Abbiamo inizialmente eseguito la delezione del gene per indagare su come differenti tipi di cellule comunicano nel fegato per promuovere o sopprimere lo sviluppo del cancro, quando abbiamo scoperto che questo RNA a doppio filamento sintetico impediva al cancro al fegato di svilupparsi, utilizzando il sistema immunitario proprio del corpo”.
Nei risultati, pubblicati online il 14 novembre in Cell Reports, i ricercatori descrivono come l’acido polinosina-polycytidylicina (pIC) dsRNA impedisce al cancro al fegato primario di svilupparsi nei modelli di topo, quando è stato iniettato durante la fase pre-cancro. Il cancro al fegato primario è il cancro che inizia nel fegato; il cancro del fegato metastatico inizia in altre parti del corpo e si diffonde al fegato.
Lo studio ha dimostrato che la formazione di tumori o tumorigenesi è stata soppressa riprogrammando i macrofagi (cellule immunitarie specializzate che distruggono le cellule mirate) e attivando cellule killer naturali e cellule dendritiche che uccidono direttamente le cellule tumorali o aumentano l’immunità adattativa.
I modelli di topo con tumori indotti da cancerogeni chimici o da malattie epatiche sono stati iniettati con pIC in diverse fasi. L’inibizione del tumore ha avuto successo in tutti i modelli che hanno ricevuto il dsRNA prima della formazione del tumore. La maggior diminuzione dei numeri e delle dimensioni del tumore è stata osservata quando pIC è stato somministrato a un mese dall’avvio del tumore. A tre mesi l’impatto è stato ridotto, ma ancora significativo. A cinque mesi, quando i tumori avevano già cominciato a formarsi, è stato osservato un basso effetto inibitorio, rispetto ai numeri e alle dimensioni dei tumori dei gruppi di controllo.
Gli studi futuri esamineranno i dosaggi e la tempistica di pIC come vaccino. Inoltre, i ricercatori valuteranno l’uso di pIC in combinazione con altri agenti per arrestare la crescita del tumore quando il cancro è già avviato.
“I risultati suggeriscono che il farmaco può prevenire il cancro al fegato“, ha detto Feng, che è anche ricercatore dell’ UC San Diego Moores Cancer Center . “C’è una grande popolazione che vive con malattia cronica del fegato che ha un rischio elevato di sviluppare il cancro. Se possiamo sviluppare un vaccino che impedisce la formazione di tumori o una combinazione terapeutica che impedisce la crescita del cancro esistente, potremmo ridurre il rapido aumento del cancro al fegato”.
Il cancro al fegato negli adulti è tra le principali cause della mortalità da cancro nel mondo, con più di 780.000 nuovi casi e 740.000 decessi ogni anno. Più di 40.000 nuovi casi sono diagnosticati e 29.000 morti sono segnalati negli Stati Uniti ogni anno.
Fonte: UC San Diego Health
