La maggior parte dei prodotti presenti oggi sul mercato, per trattare i problemi della pelle, agiscono sugli effetti delle malattie della pelle o ferite, come l’infiammazione e questo può prolungare il processo di guarigione e provocare cicatrici. Tuttavia, Xu Wei ed i suoi collaboratori presso la Northwestern University hanno scoperto un nuovo modo per prevenire l’infiammazione e accelerare il processo di guarigione della pelle.
Dopo cinque anni di ricerca, il team ha identificato il percorso di regolazione genica che coinvolge il sensore di sodio del corpo chiamato Nax (scn7a) che attiva l’infiammazione. I ricercatori hanno trovato un modo per bloccare questo percorso utilizzando nanoparticelle che trasportano RNA che consentono alla pelle di guarire più velocemente.
“Nessuno ha mai cercato di sviluppare un prodotto che utilizza questo percorso, prima di noi”, ha detto Xu Wei, Professore assistente presso LSU AgCenter and the School of Renewable Natural Resources.
Xu ed i suoi colleghi hanno sviluppato una nanoparticella che fornisce l’RNA che inibisce Nax, per prevenire l’infiammazione. Le nanoparticelle possono essere applicate sulla pelle in una crema o lozione.
Questa ricerca è stata pubblicata Mercoledì 4 novembre in Science Translational Medicine.
“La nostra scoperta è molto promettente per il trattamento di diverse malattia della pelle”, ha detto Xu.
Questa scoperta è stata realizzata grazie anche al lavoro del Dr. Thomas Mustoe che ha dimostrato che aree della pelle con alta idratazione guariscono più velocemente. Il fatto che la pelle umana contiene più di 100 volte sodio rispetto alla maggior parte degli altri ioni, ha portato i ricercatori a credere che i regolatori di sodio del corpo erano componenti chiave nel processo di guarigione della pelle. Un canale del sodio, Nax, è particolarmente sensibile ai cambiamenti del corpo della concentrazione di sodio. In studi precedenti, è stato dimostrato che Nax regola anche i livelli di sodio nel sistema nervoso centrale.
Xu ha applicato la tecnica microarray del DNA per lo screening di più di 100.000 geni nel genoma umano, per trovare l’esatto percorso di regolazione genica.
“Se puntiamo proprio all’inizio del percorso, possiamo controllare i livelli di espressione dei fattori di infiammazione”, ha concluso il ricercatore.
Fonte: http://www.eurekalert.org/pub_releases/2015-11/lsu-mts110415.php