L’aterosclerosi è una malattia degenerativa che colpisce le arterie di medio e grosso calibro, infiammandole e irrigidendole a causa del deposito di grassi e globuli bianchi nella loro parete. Questi depositi (detti ateromi o placche aterosclerotiche) si formano nello strato più interno delle arterie, quello in diretto contatto con il sangue, causano il restringimento delle arterie e possono portare ad attacchi di cuore e ictus che sono entrambi principali cause di morte negli Stati Uniti. Ora, in un articolo pubblicato sulla prestigiosa rivista Science, i ricercatori della Mayo Clinic e colleghi hanno dimostrato che le cellule senescenti guidano la formazione delle placche in modelli animali di aterosclerosi.
Le cellule sane subiscono la senescenza, un processo che blocca la divisione e la crescita delle cellule. Le cellule senescenti rilasciano molecole bioattive chiamate “Fenotipi Secretivi Senescenza-Associati” o SASP. Queste molecole abbatteno la struttura del tessuto normale e attirano anche le cellule immunitarie che causano l’infiammazione locale.
( Vedi anche:Aterosclerosi: individuato nuovo obiettivo farmacologico).
Utilizzando tre modelli di topo, il team, guidato da Jan van Deursen della Mayo Clinic, ha scoperto che le cellule senescenti hanno effetti negativi in tutte e tre le fasi del processo della malattia aterosclerotica:
Fase 1
I topi sani che sono stati trattati con una dieta ad alto contenuto di grassi che promuove l’aterosclerosi, in pochi giorni hanno sviluppato lesioni aterosclerotiche rilevate da strie lipidiche. (“La placca aterosclerotica è costituita da un accumulo di lipidi intra ed extracellulari, di cellule muscolari lisce, tessuto connettivo e glicosaminoglicani. La lesione aterosclerotica più precocemente rilevabile è la stria lipidica formata da cellule schiumose cariche di lipidi, (che sono monociti circolanti che si sono spostati giungendo fino allo strato sottoendoteliale dell’intima e si sono trasformati in macrofagi), che si trasforma successivamente in placca fibrosa, fatta di cellule muscolari lisce intimali circondate da tessuto connettivo e da lipidi intracellulari ed extracellulari”). Bennett Childs ricercatore della Mayo Clinic e autore principale dello studio, ha scoperto che le cosiddette “strie lipidiche” contenevano molte cellule senescenti. Quando i topi sono stati trattati con un farmaco che elimina selettivamente le cellule senescenti, le strie lipidiche sono scomparse in pochi giorni.
Fase 2
Le strie lipidiche progrediscono in placche più grandi attraverso il reclutamento di globuli bianchi dalla circolazione. Due molecole presenti nelle strisce, VCAM1 e MCP1, guidano questo processo. Dr. van Deursen ed il suo team hanno scoperto che le cellule senescenti sono responsabili della produzione di VCAM1 e MCP1 nelle placche. L’ eliminazione selettiva delle cellule senescenti nelle placche in crescita, ha portato ad un numero sempre più piccolo di placche.
Fase 3
Nella malattia avanzata, le placche diventano instabili e sono ad alto rischio di rottura. Questo è un fattore determinante per gli attacchi di cuore e ictus acuto. In questa fase, le cellule senescenti guidano la crescita della placca. Esse producono anche enzimi che sciolgono il cappuccio fibroso che si forma inizialmente intorno alle placche, conferendo loro l’ stabilità. L’eliminazione selettiva di cellule senescenti da placche mature ha inibito ulteriore crescita della placca e conservato l’integrità della struttura e, quindi, la sua stabilità.
Sulla base del loro lavoro, gli autori concludono che le cellule senescenti sono importanti fattori di formazione e maturazione della placca.
Fonte:Mayo Clinic