HomeSaluteNovità assoluta nel trattamento del diabete: arriva la prima insulina biosimilare

Novità assoluta nel trattamento del diabete: arriva la prima insulina biosimilare

Novità assoluta nel trattamento del diabete: arriva la prima insulina biosimilare. Disponibile dal 9 febbraio in Italia, il biosimilare dell’insulina glargine è stato sviluppato da Lilly e Boehringer Ingelheim per la terapia di pazienti con diabete di tipo 1 e 2.

Il farmaco presenta un profilo di efficacia e sicurezza sovrapponibile al suo originator ed è un “made in Italy”: l’insulina glargine biosimilare è prodotta infatti, da Eli Lilly di Sesto Fiorentino, uno dei maggiori centri di produzione di biotecnologici dotato delle tecnologie più avanzate oggi disponibili.
Inoltre, il biosimilare dell’insulina glargine promette anche un risparmio per il Ssn, derivante dal minor costo del biosimilare rispetto all’originator, che si aggira intorno al 25%, sulla spesa globale dei farmaci biologici.

L’insulina glargine biosimilare è stata sperimentata in numerosi studi di confronto con l’originator: i due studi condotti in pazienti con diabete di tipo 1 e di tipo 2, ad esempio, hanno dimostrato che non esistono differenze significative in termini di efficacia, sicurezza ed immunogenicità.

Ma per quali pazienti potrà essere utilizzata?

L’insulina glargine biosimilare, come ha specificato Sesti, Professore ordinario di medicina interna all’Università di Catanzaro, è un’insulina basale e come tale, oltre a essere indicata per i pazienti con diabete di tipo 1, potrà essere utile per facilitare il passaggio alla terapia con insulina nei diabetici di tipo 2 per cui gli ipoglicemizzanti orali non bastano più.

Il biosimilare avrà, inoltre un device iniettivo innovativo: sarà disponibile in una nuova KwikPen (device pre-riempito), una penna facile da usare e accurata nel dosaggio. Inoltre sarà anche disponibile in cartuccia per penna ricaricabile. Non solo,  sarà anche affiancato da nuovi strumenti educazionali e servizi sviluppati per essere semplici, chiari e con un linguaggio vicino al paziente, facilitando la gestione della terapia insulinica basale. Tutto questo con l’intento di rendere meno difficile il passaggio – già di per sé importante dal punto di vista psicologico ed emotivo – del paziente con diabete di tipo 2 al trattamento iniettivo.

Fonte: Pharmastar

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