Il premio Nobel per la Medicina 2014 è stato assegnato ai ricercatori John O’Keefe, May-Britt Moser ed Edvard Moser per i loro studi sulle cellule cerebrali che si occupano di farci capire dove ci troviamo e la direzione in cui ci stiamo dirigendo.
Grazie ai loro studi si è capito come il cervello permette di orientarci nello spazio, una delle funzioni cognitive più importanti. La scoperta del sistema di posizionamento del cervello è molto importante perchè ci aiuta a capire come alcune cellule cerebrali specializzate si organizzano per eseguire determinati compiti e come funzionano i processi cognitivi, la memoria, la capacità di progettare e di pensare.
O’Keefe, premiato con il Nobel per la Medicina, scoprì i primi elementi di questa specie di GPS cerebrale all’inizio degli anni settanta. Notò che un tipo di cellula nervosa nell’ippocampo, si attivava ogni volta che una cavia di laboratorio cambiava direzione. O’Keefe arrivò alla conclusione che grazie a quelle “cellule di posizionamento”, il cervello poteva creare una mappa dello spazio in cui si trova la cavia.
Gli studi proseguirono nei decenni successivi con la collaborazione di altri due ricercatori premiati con il Nobel per la Medicina, May-Britt e suo marito Edvard Moser. Nel 2005, questi ricercatori scoprirono un altro elemento fondamentale per il sistema di posizionamento nel cervello. Identificarono una cellula nervosa, che chiamarono “cellula grid” (“cellula a griglia”), che provvede a costruire una serie di coordinate per permettere a ogni individuo di avere idea non solo di dove si trova, ma del percorso ideale per raggiungere un altro posto. Il loro studio fu integrato con le scoperte di O’Keefe e permise di avere un quadro più chiaro sul funzionamento delle “cellule di posizionamento” e di quelle a griglia.
John O’Keefe è nato il 1939 a New York, negli Stati Uniti, ha conseguito un dottorato in Psicologia fisiologica presso la McGill University (Canada) nel 1967. In seguito si è trasferito nel Regno Unito dove ha studiato e lavorato presso lo University College London. Dopo avere dedicato i suoi primi studi al modo in cui il cervello controlla il comportamento, si dedicò all’analisi in laboratorio del comportamento delle cavie e del modo in cui si orientano nello spazio. Notò che un tipo di cellule cerebrali nell’ippocampo non si attivano solamente in seguito alla registrazione visiva dello spazio, ma per la costruzione di una mappa mentale dell’ambiente circostante. Grazie a questo sistema, il cervello impara a memorizzare i luoghi e la disposizione degli spazi.
May-Britt Moser è nata a Fosnavåg, in Norvegia, nel 1963. Ha studiato psicologia presso l’Università di Oslo, insieme con Edvard Moser, che sarebbe diventato suo marito. Ha conseguito un dottorato in neurofisiologia nel 1995 e ha insegnato presso le università di Edimburgo e di Londra, prima di tornare a insegnare in Novergia. È direttore del Centro di Computazione Neurale a Trondheim. È l’undicesima donna a essere stata premiata con un Nobel per la Medicina.
Edvard I. Moser è nato nel 1962 a Ålesund, in Novergia e ha conseguito il dottorato in neurofisiologia presso l’Università di Oslo nel 1995. Ha lavorato presso l’Università di Edimburgo e in seguito presso l’University College London insieme con la moglie May-Britt Moser. È direttore del Kavli Institute per le neuroscienze a Trondheim.
I Moser stavano studiando l’ippocampo di alcune cavie di laboratorio, lasciate libere di spostarsi nello spazio, quando notarono l’attivazione di alcuni schemi in un’area del cervello chiamata corteccia entorinale. Notarono che alcune cellule neuronali si attivavano quando le cavie passavano in alcuni punti predeterminati, formando quindi un sistema mentale di coordinate. Integrando questa informazioni con altri input registrati in altre aree del cervello, si crea il sistema che permette di comprendere com’è fatto un determinato ambiente e quali sono i suoi limiti e quali opportunità di movimento offre.
Studi successivi a quelli di O’Keefe e dei Moser, realizzati con la risonanza magnetica, hanno permesso di confermare l’esistenza di questi sistemi di orientamento anche nel cervello umano. Capita spesso che i pazienti che soffrono di particolari malattie neurologiche, come l’Alzheimer, subiscano danni all’ippocampo e alla corteccia entorinale, a tal punto da perdere la capacità di orientarsi e di capire in che luogo si trovano. La scoperta dei tre ricercatori premiati con il Nobel per la Medicina potrebbe aiutare a comprendere meglio i meccanismi che causano questi tipi di disfunzioni in diverse malattie neurologiche.
L’intervista telefonica a Edvard I. Moser e May-Britt Moser, poco dopo l’annuncio dell’assegnazione del Nobel.
https://soundcloud.com/nobelprize/i-didnt-understand-anything-edvard-i-moser-on-being-awarded-the-nobel-prize
Fonte http://www.nobelprize.org/nobel_prizes/medicine/laureates/2014/