Una nano particella, sviluppata alla Rice University e testata in collaborazione con la Baylor College of Medicina, può portare grandi benefici al trattamento di emergenza di lesioni cerebrali. Combinati di polietilene glicoli idrofili cluster di carbonio (PEG-HCC), già in fase di sperimentazione per il miglioramento del trattamento del cancro, sono anche abili antiossidanti. In studi su animali, iniezioni di PEG-HCC, durante il trattamento iniziale dopo un infortunio, ha contribuito a riportare l’equilibrio al sistema vascolare del cervello. La ricerca è stata pubblicata sulla rista American Chemical Society di questo mese. Una infusione di PEG.HCC che stabilizza rapidamente il flusso di sangue nel cervello, costituisce un grande passo avanti anche per i medici sul campo di battaglia del Pronto Soccorso. Questa potrebbe essere una prima linea di difesa contro le specie reattive dell’ossigeno (ROS). In una lesione cerebrale, le cellule rilasciano una quantità eccessiva di ROS, nota come superoissido (SO) nel sangue. Il superossido è un radicale libero tossico, una molecola con elettrone spaiato che il sistema immunitario normalmente utilizza per uccidere i microrganismi invasori. Anche un trauma cranico lieve può rilasciare superossido a livelli che superano le difese naturali del cervello. Il superossido è la specie reattiva più deleteria dell’ossigeno. I test hanno dimostrato che PG-HCC nanoparticelle, hanno completamente bonificato l’attività di superossido e permesso al sistema di autoregolazione di ritrovare rapidamente il suo equilibrio. La molecola ROS si combina facilmente con PEG-HCC, generando un legame doppio di carbonio innocuo che la rende un radicale annientato. Mentre un ezima SOD che neutralizza SO, può alterare soltanto una molecola alla volta, un singolo PEG-HCC delle dimensioni di una proteina, può spegnerne a migliaia. Si tratta di un’occasione in cui un pacchetto delle dimensioni nano,riesce a fare qualcosa che nessun farmaco potrebbe fare, sottolineando l’efficacia di principi a base di nano farmaci. A pochi minuti dall’immissione per via parenterale della nano particella, il flusso ematico cerebrale è tornato alla normalità ed i radicali liberi sono stati normalizzati preservando l’ossido di azoto che è essenziale per l’autoregolazione. Le nano particelle hanno dimostrato il potenziale antiossidante precedentemente identificato, come predittivo di efficacia. La nuova strategia con nanoparticelle non ha mostrato segni di tossicità. La ricerca ha implicazioni per le vittime dell’ictus e pazienti sottoposti a trapianto di organi. Successivamente i ricercatori sperano di avere un altro Laboratorio per replicare i risultati positivi ottenuti.