Lo studio dimostra la possibilità di utilizzare farmaci antimalarici esistenti per proteggere il cervello contro la progressione del morbo di Parkinson.
Il team internazionale comprende membri della Nanyang Technological University (NTU) di Singapore e McLean Hospital e della Harvard Medical School di Belmont, MA. Lop studio è stato riportato negli Atti della National Academy of Sciences .
Si stima che 10 milioni di persone nel mondo sono affette dal morbo di Parlkinson, una malattia neurologica progressiva che colpisce per lo più dopo la mezza età. Come la malattia si sviluppa, le persone perdono gradualmente la capacità di controllare i propri movimenti e trovano sempre più difficoltà a camminare, parlare e prendersi cura di se stessi.
Il morbo di Parkinson sconvolge le cellule cerebrali che rilasciano dopamina, una sostanza importante per il controllo del movimento. Le cellule si deteriorano gradualmente e muoiono.
I metodi attuali per il trattamento del morbo di Parkinson mirano a compensare la perdita di dopamina attraverso i farmaci o chirurgicamente, con la stimolazione cerebrale profonda. Tuttavia, l’autore senior dello studio, Kwang-Soo Kim, professore di psichiatria e neuroscienze al McLean Hospital, e uno dei maggiori esperti della malattia di Parkinson, spiega:
“Questi trattamenti farmacologici e chirurgici affrontano i sintomi del paziente, in modo da migliorare le funzioni di mobilità nei primi stadi della malattia, ma non possono rallentare o arrestare la progressione della malattia”.
Per il loro studio, il Prof. Kim e colleghi si sono concentrati sul ruolo del recettore Nurr1, una proteina del cervello che protegge le cellule dopaminergiche in due modi: è importante per il loro sviluppo e manutenzione e le protegge dalla morte indotta da infiammazione .
Due farmaci antimalarici approvati dalla FDA hanno come bersaglio Nurr1
Precedenti studi hanno identificato Nurr1 come un potenziale bersaglio per il trattamento del morbo di Parkinson, ma fino a questo studio, nessuno aveva trovato una molecola che poteva legarsi ad esso.
Il team ha indagato circa 1.000 farmaci già approvati dalla Food and Drug Administration (FDA) e ha trovato due farmaci antimalarici – clorochina e amodiachina – che aumentano entrambi gli effetti protettivi di Nurr1.
Quando i ricercatori hanno testato i due farmaci sui ratti con sintomi Parkinson-simili, il loro controllo del movimento è migliorato e non hanno mostrato segni rilevabili di discinesia – un effetto collaterale spesso causato dai farmaci attuali per la cura del Parkinson.
I ricercatori concludono che il loro studio offre la “prova di principio” che le piccole molecole che hanno come target Nurr1 possono essere utilizzate per proteggere il cervello contro la progressione della malattia di Parkinson.
Il co-autore Ho Sup Yoon, professore associato di biologia strutturale e biochimica alla NTU, ed esperto nella scoperta di nuovi farmaci e di design, aggiunge:
“La nostra ricerca mostra anche che i farmaci esistenti possono essere riutilizzati per il trattamento di altre malattie e che una volta individuati, siamo in grado di ridisegnarli e renderli più efficaci nella lotta contro le malattie interessate, riducendone gli effetti collaterali”.
Il team è già alla ricerca di altri farmaci che possono arrestare o invertire la progressione del morbo di Parkinson e ha in programma di migliorare la progettazione di farmaci e di eseguire studi clinici sulla clorochina e amodiachina per il trattamento del morbo di Parkinson.