La microlitiasi alveolare polmonare è una malattia rara caratterizzata dalla presenza negli alveoli di una miriade di piccoli calcoli chiamati microliti.
Una nuova ricerca condotta dall’ Università di Cincinnati (UC) ha identificato biomarcatori e potenziali approcci terapeutici che potrebbero contenere la chiave per trattare la microlitiasi alveolare polmonare (PAM).
“La microlitiasi alvolare polmonare è una malattia che causa un accumulo di piccoli calcoli nelle sacche d’aria alveolari del polmone”, spiega McCormack. “Le basi genetiche della malattia sono state segnalate circa otto anni fa da ricercatori giapponesi e turchi che hanno trovato che le mutazioni del DNA nel gene SLC34A2 provoca la perdita di una pompa cellulare nota come Npt2b che rimuove i fosfati dagli spazi aerei”.
“Come risultato, il calcio e l’aumento di fosfato nei sacchi alveolari portano alla formazione di microliti che inducono l’infiammazione cronica. Cicatrici e insufficienza respiratoria si verificano in genere nella mezza età o più tardi”, dice McCormack.
I ricercatori hanno sviluppato un modello murino PAM, per esplorare terapie umane per la malattia. Il team ha scoperto che gli animali con mutazioni in SLC34A2 producono abbondante formazione di calcoli, seguita da danno polmonare e infiammazione che riflettono l’innalzamento di alcuni marcatori sierici chiave.
Per determinare se le proteine nel siero possono essere biomarcatori utili per gli esseri umani, il team ha raccolto il sangue da pazienti in Croazia, Turchia, Spagna, Giappone e Stati Uniti attraverso il Consorzio delle malattie polmonari rare con sede a Cincinnati. Il consorzio è supportato dal National Institutes of Health.
“L’obiettivo del programma di ricerca chiamato RDCRN è far progredire la ricerca medica sulle malattie rare, fornendo sostegno agli studi clinici e facilitando la collaborazione e la condivisione dei dati”, spiega Rashmi Gopal-Srivastava, PhD, Direttore del programma RDCRN, NCATS. “In questo modo gli scienziati di diverse discipline in centinaia di siti clinici in tutto il mondo, possono collaborare per lo studio più di 200 malattie rare”.
I ricercatori UC hanno scoperto che alcune citochine e proteine nel siero di pazienti affetti dalla condizione, possono diventare utili strumenti per seguire la progressione della malattia e la risposta al trattamento.
Studi sul modello murino PAM hanno già rivelato un potenziale ruolo del fosfato nella condizione e hanno attirato l’attenzione dei ricercatori che si occupano della fibrosi cistica interessati ad esplorare la possibile interazione tra Npt2b e il canale del cloro difettoso in tale malattia.
Secondo i ricercatori:
una dieta a basso contenuto di fosfato ha dimostrato di prevenire lo sviluppo di calcoli nel polmone e può anche invertire la calcificazione del polmone negli animali. Tuttavia, le diete a fosfato-limitato devono essere testate in studi prima di poter essere consigliate perché possono causare altri problemi di salute come il rachitismo.
altre strategie per riequilibrare il fosfato nei polmoni, includono l’utilizzo di un un gene che lavora nelle cellule del polmone utilizzando vettori virali
lavare i polmoni con una soluzione-EDTA o acido etilendiamminotetraacetico che è un acido carbossilico che rimuove i calcoli dagli alveoli polmonari. Questa scoperta potrebbe tradursi in una terapia per l’uomo se studi di tossicità dimostreranno che l’approccio è sicuro.
“Un risultato sorprendente è che i calcoli sono stati rimossi facilmente dal polmone, disciolti in EDTA, una molecola chelante del calcio che è un componente di molti detergenti, ed è usato come trattamento per avvelenamento da metalli pesanti”, dice McCormack.
Fonte: http://medicalxpress.com/news/2015-11-pulmonary-alveolar-microlithiasis-mouse-insights.html