Ecografi smart-phone e tablet, doppler a ultrasuoni che misurano le onde sonore ad alta frequenza riflesse dai tessuti, le novità del settore presentate al 113° Congresso della Società Italiana di Medicina Interna (SIMI) a Roma. Un palmare delle dimensioni di un quaderno, spesso due centimetri, permetterà di eseguire le ecografie senza comportare spostamenti per il malato. Appoggiando una sonda al corpo del paziente, sarà infatti possibile esaminare in tempo reale e con gran precisione le malattie di collo, torace, cuore e addome ed eseguire l’ecografia. “Saremo fra i primi in Europa e, insieme ai giapponesi, nel mondo a usare un tablet per l’ecografia”, annuncia Vincenzo Arienti, direttore di Medicina interna dell’ospedale Maggiore di Bologna, dove stanno sperimentando il nuovo sistema. “Il futuro – continua l’esperto – vedrà protagonisti anche gli infermieri, che potranno utilizzare un palmare per cercare gli accessi venosi dei pazienti nelle sale operatorie e nei reparti di dialisi, rianimazione e ostetricia: il bambino nella pancia si potrà insomma vedere con il palmare”.
Il doppler ad ultrasuoni che misura le onde sonore ad alta frequenza riflesse dai tessuti, consente di misurare la pressione del sangue negli arti inferiori e quella negli arti superiori in appena due o tre minuti. Attraverso un’indagine banale, misurando la pressione di una gamba, sarà insomma possibile capire se si è a rischio di infarto o ictus: quando il valore, considerato normale fra l’1 e l’1.3, si abbassa, per esempio anche solo a 0,9, la persona è a rischio di infarto o ictus, se l’indice è al di sotto dello 0.5, il rischio è ancora più alto ed è possibile che la gamba possa in futuro essere operata.Questi i dati che emergono dalla ricerca “Ara Pacis”, condotta su duemila persone in 150 centri di tutta Italia, e sono anch’essi stati presentati al congresso. “L’esame è davvero molto semplice e consente di verificare in tempo reale se il paziente è a rischio di infarto o ictus – continua Violi – questo metodo potrebbe davvero essere usato in tutti i centri, perché non richiede che un doppler e nessun’altra attrezzatura aggiuntiva”.
La speranza è che, grazie a queste innovative apparecchiature, il margine di rischio si riduca al minimo, lasciando spazio alla prevenzione.