HomeSaluteMalattie neurodegenerative: scoperto potenziale nuovo obiettivo farmacologico

Malattie neurodegenerative: scoperto potenziale nuovo obiettivo farmacologico

I ricercatori della Penn Medicine hanno scoperto che l’ipermetilazione, la capacità epigenetica di ridurre un cattivo gene presente nel 10-30 % di pazienti affetti da sclerosi laterale amiotrofica e degenazione frontotemporale (FTD), funge da barriera protettiva e inibisce lo sviluppo di queste malattie neurodegenerative.

La ricerca, pubblicata dalla rivista Neurology, suggerisce un obiettivo neuroprotettivo per lo sviluppo di nuovi farmaci.

” Questa è la prima modifica epigenetica di un gene che sembra essere protettiva contro la malattia neuronale”, spiega l’autore della ricerca Corey McMillan, PhD, professore di neurologia al Frontotemporal Degeneration Center della Perelman School of Medicine alla University of Pennsylvania.

Il gene incriminato si chiama C9orf72.

McMillan ed l suo team hanno valutato 20 pazienti reclutati sia dal FDT Center che dal Centro SLA dell’Univesità della Pennsylvania con screening positivo alla mutazione C9orf72 e clinicamente diagnosticati co n FTD e SLA. Tutti i pazienti sono stati sottoposti ad uno studio di neuroimaging, un esame del sangue per  valutare i livelli di metilazione C9orf72 ed una breve valutazione di screening neuropsicologico. Lo studio ha incluso anche 25 controlli senza storia di malattia neurologica o pasichiatrica.

La MRI ha rivelato una riduzione della materia grigia in diverse regioni del cervello nei pazienti affettti da malattie neurodegenerative, rispetto ai controlli sani. La materia grigia è necessaria per il corretto funzionamento del cervello in regioni coinvolte con il controllo muscolare, la memoria, l’apprendimento, le emozioni, il linguaggio ed il processo decisionale.

Drasticamente, i pazienti sottoposti a ipermetilazione di C9orf72, hanno mostrato materia grigia più demnsa nelle regioni dell’ippocampo, corteccia frontale e talamo, regioni del cervello importanti per i compiti descritti e che sono colpite nella SLA e FDT, suggerendo che l’ipermetilazione è un neuroprotettivo di queste regioni.

Per convalidare questi risultati, i ricercatori hanno anche esaminato le autopsie di 35 pazienti con  espansione C9orf72 ed hanno scoperto che l’aumento della metilazione era associata ad una ridotta perdita neuronale nella corteccia frontale e nell’ippocampo.

Un’analisi longitudinale è stata eseguita su 11 pazienti che hanno partecipato allo studio, nel corso della malattia, per valutare. gli effetti neuroprotetettivi dell’ipermetilazione. I risultati hanno dimostrato che si sono verificati ridotti cambiamenti nella materia grigia dell’ippocampo, talamo e corteccia frontale, associati all’ipermetilazione, suggerendo che la malattia progredisce più lentamente nel tempo, negli individi con ipermetilazione di C9orf72. Valutazioni neuropsicologiche longitudinali hanno anche dimostrato un correlazione tra riduzione del declino cognitivo e ipermetilazione C9orf72.

” Crediamo che questo lavoro aggiunga prove a sostegno dei dati esistenti secondo cui la metilazione di C9orf72 è neuroprotettiva e apre la possibilità emozionante di una nuova strada per lo sviluppo di farmaci per le malattie neurodegenerative”, conclude McMillan.

Fonte: Corey T. Mcmillan, Jenny Russ, Elisabeth M. Wood, David J. Irwin, Murray Grossman, Leo Mccluskey, Lauren Elman, Vivanna Van Deerlin, and Edward B. Lee. C9orf72 promoter hypermethylation is neuroprotective: Neuroimaging and neuropathologic evidence. Neurology, March 2015 DOI: 10.1212/WNL.0000000000001495

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