Il Mycobacterium tuberculosis è l’agente eziologico della tubercolosi (TB). Si distinguono 5 varietà di bacillo tubercolare (umano, bovino, aviario, murino, degli animali a sangue freddo), delle quali solo le prime 2 hanno importanza nella patologia umana. La trasmissione dell’infezione avviene per via aerea, a causa dell’esposizione al bacillo presente nelle goccioline di saliva o di secrezioni bronchiali, prodotti da persone con tubercolosi della laringe o polmonare, attraverso colpi di tosse o starnuti. La TB riguarda soltanto le malattie causate dal Mycobacterium tuberculosis, dal M. bovis o dal M. africanum.
La sintomatologia della TB polmonare è caratterizzata da: tosse, perdita di peso, dolore toracico, febbre e sudorazioni; si può verificare anche la presenza di sangue nell’espettorato. L’esame preliminare più diffuso, per diagnosticare una forma tubercolare, è il test della tubercolina (Mantoux). La reazione positiva a questo test indica che il sistema immunitario è già venuto a contatto con il batterio della tubercolosi.
Se la tubercolina è positiva, bisogna accertare o escludere una malattia attiva soprattutto nei polmoni e a tale fine si esegue una radiografia del torace. Una radiografia positiva di regola svela la presenza della malattia, una radiografia negativa di regola la esclude; un importante metodo diagnostico, più approfondito, è l’esame diretto dell’espettorato.
Nel corso degli ultimi anni, ai tradizionali strumenti diagnostici di malattia tubercolare e di infezione tubercolare, si sono aggiunte altre procedure, che hanno notevolmente arricchito le metodologie diagnostiche in campo tubercolare, aumentando la sensibilità e la specificità della diagnosi di laboratorio.
La terapia
La TB è una malattia infettiva curabile e può essere sconfitta con le cure appropriate, ma soprattutto con la diagnosi precoce dei soggetti malati, cioè dei soggetti con TB attiva e quindi infettiva. Una diagnosi precoce consente di adottare gli opportuni interventi terapeutici e di ottenere la guarigione. Poiché la durata delle cure per la tubercolosi è molto lunga, può accadere più facilmente che i soggetti affetti dalla malattia non assumano i farmaci per tutto il periodo necessario alla guarigione e in modo corretto.
L’uso non corretto degli antibiotici (rispetto alle dosi, al numero di somministrazioni, ai tempi necessari per la guarigione), può causare l’adattamento dei batteri ai farmaci e lo sviluppo di una vera e propria “resistenza” agli stessi.
In quasi tutte le aree del mondo, oggi è presente una forma di malattia tubercolare detta MDR-TB (multidrug resistant), resistente agli antibiotici più efficaci per la cura della tubercolosi (isoniazide e rifampicina). I farmaci antitubercolari utilizzati oggi sono: l’isoniazide, la rifampicina, la pirazinamide, la streptomicina, l’etambutolo, in diverse combinazioni tra loro, per la terapia di “attacco” e la successiva terapia di mantenimento.
Spetta al medico decidere la terapia più idonea sulla base degli esami e della storia clinica del paziente. Il trattamento con farmaci antitubercolari, una volta iniziato, va seguito scrupolosamente e va accompagnato da esami di controllo, che forniscono ulteriori informazioni sull’andamento del processo di guarigione o su eventuali necessità di adattamento della terapia.
La terapia dovrebbe essere iniziata presso gli ambulatori specialistici o in regime di ricovero ospedaliero, per i casi più complessi o più gravi. E’ necessario che il paziente resti in contatto con la struttura, che ha prescritto la terapia, per i successivi controlli.
La terapia può durare da 6 mesi a 18-24 mesi. Per evitare che si instauri una resistenza ai farmaci antitubercolari, l’OMS e le Associazioni scientifiche hanno studiato una strategia chiamata DOT (Directly Observed Therapy), dalle lettere iniziali delle parole inglesi che significano Terapia Osservata Direttamente, ossia un regime di terapia, con cui il sanitario si assicura che il paziente assuma la sua dose di farmaci ogni giorno. Con questo tipo di trattamento terapeutico, seguito “diligentemente”, il periodo di cura della TB si riduce a circa 6-8 mesi. Introdotta negli anni ’90, la DOT è considerata, attualmente, uno dei metodi più efficaci per curare la TB e per evitare l’insorgenza della resistenza agli antibiotici.
La prevenzione
Storicamente la prevenzione della tubercolosi, si è basata su misure igienico-sanitarie generali e su regimi alimentari equilibrati, cosicché la diffusione della malattia ha avuto un andamento inversamente proporzionale alla crescita economica di un paese, ovvero è andata diminuendo nei paesi ricchi e continua ad essere un problema drammatico nei paesi più poveri del mondo.